Devi sapere che, quando Dio ti attira alla preghiera, non prende in considerazione unicamente la tua salvezza, ma desidera servirsi delle tue preghiere anche per la salvezza degli altri. Perciò la preghiera è una delle opere più preziose e fondamentali agli occhi di Dio. Se ti applichi nella vita di preghiera e progredisci rapidamente nello spirito di abbandono e di obbedienza alla volontà di Dio, diventerai “un buon soldato di Cristo Gesù” (2Timoteo 2,3).
Il Signore stesso ti chiama tutti i giorni a stare alla sua presenza e ti esercita a intercedere a favore degli altri, fino a essere esaudito. Riceverai ben presto dal Signore la capacità di salvare numerose persone e di ricondurle dalla via della morte verso il seno di Dio. Il progresso della tua vita di preghiera dipende dal fervore del tuo amore. E un tale fervore è la conseguenza diretta sia della gioia che prova Dio nei tuoi riguardi, nella sua condiscendenza verso la tua debolezza, sia dell’ampiezza dell’orizzonte della tua umanità [Con questa espressione l’A. vuole indicare la coscienza che abbiamo di non essere dei semplici individui isolati gli uni dagli altri, ma di essere membra della stessa natura umana (n.d.t.)].
Questa ampiezza corrisponde alla coscienza che hai del tuo dovere assoluto nei confronti degli altri, della tua responsabilità spirituale nei riguardi dei peccatori e di coloro la cui fede o la cui carità sono fragili, di coloro che soffrono o sono oppressi, di coloro che predicano e annunciano la Parola.
I gradi superiori della preghiera, in cui essa si slancia verso la perfezione, sono contrassegnati dalla supplica fervente accompagnata dalle lacrime in favore degli altri. È come se il progresso nella vita di preghiera ti fosse in realtà accordato a vantaggio dei tuoi fratelli deboli che non sanno pregare.
“Pregate gli uni per gli altri, per essere guariti” (Giacomo 5,16). E quando Giacomo ingiunge di chiamare “i presbiteri della chiesa” perché preghino sul malato che soffre, allo scopo di guarirlo, è perché si suppone che il prete sia più avanzato degli altri uomini nella vita di preghiera, vi abbia ricevuto maggiori grazie e sia così stato messo a parte perché si consacri a pregare per gli altri.
Il progresso nei gradi della preghiera, l’acquisizione di un’autentica “parresia” (coraggio, franchezza) davanti a Dio e il dono delle lacrime dipendono unicamente dal progresso della tua compassione verso coloro che soffrono e sono oltraggiati (dagli altri uomini o dal peccato): “Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che soffrono, essendo anche voi in un corpo mortale” (Eb 13.3). In altre parole, il progresso della tua intimità con Dio, che trova il suo centro nella preghiera, dipende fondamentalmente dal progresso della tua conoscenza (e sensibilità) dei fardelli degli uomini e dalla tua disponibilità a portarli insieme con loro con sempre maggiore generosità.
Il Signore stesso ti chiama tutti i giorni a stare alla sua presenza e ti esercita a intercedere a favore degli altri, fino a essere esaudito. Riceverai ben presto dal Signore la capacità di salvare numerose persone e di ricondurle dalla via della morte verso il seno di Dio. Il progresso della tua vita di preghiera dipende dal fervore del tuo amore. E un tale fervore è la conseguenza diretta sia della gioia che prova Dio nei tuoi riguardi, nella sua condiscendenza verso la tua debolezza, sia dell’ampiezza dell’orizzonte della tua umanità [Con questa espressione l’A. vuole indicare la coscienza che abbiamo di non essere dei semplici individui isolati gli uni dagli altri, ma di essere membra della stessa natura umana (n.d.t.)].
Questa ampiezza corrisponde alla coscienza che hai del tuo dovere assoluto nei confronti degli altri, della tua responsabilità spirituale nei riguardi dei peccatori e di coloro la cui fede o la cui carità sono fragili, di coloro che soffrono o sono oppressi, di coloro che predicano e annunciano la Parola.
I gradi superiori della preghiera, in cui essa si slancia verso la perfezione, sono contrassegnati dalla supplica fervente accompagnata dalle lacrime in favore degli altri. È come se il progresso nella vita di preghiera ti fosse in realtà accordato a vantaggio dei tuoi fratelli deboli che non sanno pregare.
“Pregate gli uni per gli altri, per essere guariti” (Giacomo 5,16). E quando Giacomo ingiunge di chiamare “i presbiteri della chiesa” perché preghino sul malato che soffre, allo scopo di guarirlo, è perché si suppone che il prete sia più avanzato degli altri uomini nella vita di preghiera, vi abbia ricevuto maggiori grazie e sia così stato messo a parte perché si consacri a pregare per gli altri.
Il progresso nei gradi della preghiera, l’acquisizione di un’autentica “parresia” (coraggio, franchezza) davanti a Dio e il dono delle lacrime dipendono unicamente dal progresso della tua compassione verso coloro che soffrono e sono oltraggiati (dagli altri uomini o dal peccato): “Ricordatevi dei carcerati, come se foste loro compagni di carcere, e di quelli che soffrono, essendo anche voi in un corpo mortale” (Eb 13.3). In altre parole, il progresso della tua intimità con Dio, che trova il suo centro nella preghiera, dipende fondamentalmente dal progresso della tua conoscenza (e sensibilità) dei fardelli degli uomini e dalla tua disponibilità a portarli insieme con loro con sempre maggiore generosità.
Tratto da "Consigli per la preghiera" di Matta el Meskin
CAPITOLI PUBBLICATI
MATTA EL MESKIN (Matteo il povero) 1919-2006.
Umile monaco eremita, fu il rinnovatore della vita monastica originale dei padri del deserto e Igumeno (Abate) del monastero di San Macario a Scete in Egitto. I suoi preziosi scritti costituiscono una guida alla preghiera sul modo di intrattenersi con Dio nell'autentica preghiera del cuore, quella preghiera che ristabilisce la confidenza dei figli che chiamano Dio “Abbà, Padre”.
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