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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Il Vangelo è moderatore delle passioni e del materialismo

La crisi del lavoro è crisi di vita e la crisi della vita è crisi di Dio; l’uomo che rifiuta Dio perde tutti i valori primari della sua esistenza per cui il lavoro diventa uno strumento che alimenta il materialismo e le passioni. L’uomo il quale regola la sua vita sui principi del Vangelo ordina il suo comportamento, il rapporto con gli altri e le attività del lavoro secondo la fede nella parola di Dio.
Dio ha dato all’uomo il compito di lavorare per soddisfare le esigenze fondamentali della sua vita “con il sudore della tua fronte mangerai il tuo pane”, il lavoro quindi è una conseguenza del peccato di Adamo ed Eva che coinvolge tutti gli uomini, l’uomo deve strappare alla terra il suo nutrimento. Il progresso tecnico strappa alla terra gli elementi che rendono più umano e meno faticoso il lavoro e la vita degli uomini.
Coloro che hanno la fede vedono questi elementi come un dono di Dio a tutti gli uomini, il loro lavoro diventa anche condivisione di questi beni nel senso che consentono anche agli altri di usufruirne.
Coloro che hanno rifiutato Dio accumulano i beni per sé lasciando gli altri nella povertà e nella miseria, si fanno padroni dei beni della terra e creano la mentalità del diritto ad essere grandi e superiori agli altri.
Il danaro appunto è il mezzo per procurarsi i beni materiali, le soddisfazioni sofisticate e soprattutto il mezzo per comprare uomini e donne da utilizzare per le proprie voglie cattive.
L’esempio dei cosiddetti grandi della terra ha contagiato tutti gli altri per cui si è verificata una corsa sleale a guadagnare sempre di più alla ricerca di comodità e piaceri i quali quasi sempre consistono nel commettere peccati. I media e la propaganda dei prodotti hanno creato la mentalità che tante cose sono necessarie, hanno creato il diritto al benessere sempre più esteso, hanno creato un nuovo modo di essere malvagi.
La malvagità dell’uomo del passato si basava sul diritto del più forte: io ho il diritto a toglierti quello che hai perché io sono più forte di te, il mio diritto si estende tanto per quanto posso contare sulla mia forza. Il diritto del più forte è diventato il diritto del più ricco: il mio diritto si estende tanto per quanti soldi io posseggo. I soldi servono per alimentare le proprie passioni e per dominare sugli altri.
L’uomo che vive di fede invece è animato da un profondo senso di giustizia sociale, si vede uguale agli altri come uomo e come figlio di Dio, dal Vangelo impara a dividere il superfluo con chi manca del necessario, impara anche che un giorno renderà conto a Dio delle ingiustizie che commette a danno degli altri; il Vangelo gli insegna ad amare i poveri e quelli colpiti dalla sventura come li amava Gesù.
L’ingordigia insaziabile di uomini e donne di vaste zone ricche della terra è diventata odio contro gli uomini di innumerevoli aree depresse, odio anche contro se stessi: non ho più il benessere che avevo prima, non ha senso continuare a vivere. Si è formata la mentalità del rifiuto del povero, dell’ammalato e di coloro che hanno bisogno di assistenza, il rifiuto di quelli che non riescono a produrre.
Questa mentalità ha generato la convinzione che l’ingiustizia è giusta, essa porta alla ribellione dell’uomo contro l’uomo, l’antico detto: homo homini lupus, l’uomo è un lupo che aggredisce e sbrana l’altro uomo, questo detto antico è diventato attualità sotto forma di lotta sociale e di odio dei poveri contro i benestanti. Per queste ragioni la crisi che ci ha colpito non ci consente di pensare che Dio esiste ed esiste anche la sua Provvidenza.

(Don Vincenzo Carone, catechesi XI)

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