Lo Spirito santo è di una semplicità estrema. Egli risponde subito al tuo appello, per poco che tu lo invochi con cuore sincero, pieno di fede e di semplicità. È sufficiente che lo inviti semplicemente a venire – come farebbe un bambino semplice e innocente – perché egli ascolti e risponda.
Nella preghiera di Terza la chiesa ci insegna a invocarlo con queste parole: “Degnati di venire a dimorare in noi”. [Citazione del tropario dell’ora di Terza. Il testo copto di questa preghiera allo Spirito santo è leggermente diverso dal greco: “Re celeste e Consolatore, Spirito di verità presente in ogni luogo, tu che riempi tutto l’universo, Tesoro di tutti i beni e Sorgente della vita, degnati di venire a dimorare in noi, purificaci da ogni macchia, o Buono, e salva le nostre anime”.]
Lo Spirito santo viene nel cuore ripieno di una fede semplice e fiduciosa nella misericordia di Dio. La venuta dello Spirito non è accompagnata da alcuna sensazione materiale. Egli non trova riposo in mezzo a grida o nel disordine, e neppure in un cuore duro, ingiusto, pieno di rancore, di collera o di sufficienza.
Ugualmente, non trova riposo nell'uomo “mondano”, cioè attaccato alle cose di questo mondo (cfr. Giacomo 4,4;1 Giovanni 2,15), attirato dalla bellezza effimera o ambiziosa della gloria di questo mondo. Lo Spirito santo ama e incoraggia la preghiera del povero che è riconoscente verso Dio, così come quella del ricco amico dei poveri: egli è il Consolatore degli inferiori oppressi e dei superiori misericordiosi, la Luce degli afflitti e la Vita di coloro che si prodigano a servizio dell'Evangelo e per amore dei piccoli e degli umili.
Perciò, se davvero desideri pregare, devi imparare innanzitutto a renderti gradito allo Spirito santo, evitando tutto ciò che può contrariarne la dolcezza, la santità e la carità. Altrimenti, la tua preghiera sarebbe privata dell’unica potenza in grado di elevarla e di presentarla a Dio.
Se desideri pregare alla presenza di Dio, devi anche avere la piena certezza di essere sostenuto dallo Spirito santo: non è forse lui che ti ha generato nel fonte battesimale?
Devi quindi invocarlo dal fondo del cuore, più e più volte, e chiedergli di disporti alla preghiera e di concederti la forza di compierla in conformità al desiderio del Padre e del Signore Gesù.
La tua preghiera, quindi, concerne lo Spirito santo quanto e anche più di quanto concerna te stesso; poiché è per mezzo della preghiera che si sviluppa l’uomo nuovo, generato in te dallo Spirito santo; è per mezzo della preghiera che esso riceve la luce divina, che riconosce la volontà di Dio e che impara a metterla in pratica con l’aiuto della grazia.
Nella preghiera di Terza la chiesa ci insegna a invocarlo con queste parole: “Degnati di venire a dimorare in noi”. [Citazione del tropario dell’ora di Terza. Il testo copto di questa preghiera allo Spirito santo è leggermente diverso dal greco: “Re celeste e Consolatore, Spirito di verità presente in ogni luogo, tu che riempi tutto l’universo, Tesoro di tutti i beni e Sorgente della vita, degnati di venire a dimorare in noi, purificaci da ogni macchia, o Buono, e salva le nostre anime”.]
Lo Spirito santo viene nel cuore ripieno di una fede semplice e fiduciosa nella misericordia di Dio. La venuta dello Spirito non è accompagnata da alcuna sensazione materiale. Egli non trova riposo in mezzo a grida o nel disordine, e neppure in un cuore duro, ingiusto, pieno di rancore, di collera o di sufficienza.
Ugualmente, non trova riposo nell'uomo “mondano”, cioè attaccato alle cose di questo mondo (cfr. Giacomo 4,4;1 Giovanni 2,15), attirato dalla bellezza effimera o ambiziosa della gloria di questo mondo. Lo Spirito santo ama e incoraggia la preghiera del povero che è riconoscente verso Dio, così come quella del ricco amico dei poveri: egli è il Consolatore degli inferiori oppressi e dei superiori misericordiosi, la Luce degli afflitti e la Vita di coloro che si prodigano a servizio dell'Evangelo e per amore dei piccoli e degli umili.
Perciò, se davvero desideri pregare, devi imparare innanzitutto a renderti gradito allo Spirito santo, evitando tutto ciò che può contrariarne la dolcezza, la santità e la carità. Altrimenti, la tua preghiera sarebbe privata dell’unica potenza in grado di elevarla e di presentarla a Dio.
Se desideri pregare alla presenza di Dio, devi anche avere la piena certezza di essere sostenuto dallo Spirito santo: non è forse lui che ti ha generato nel fonte battesimale?
Devi quindi invocarlo dal fondo del cuore, più e più volte, e chiedergli di disporti alla preghiera e di concederti la forza di compierla in conformità al desiderio del Padre e del Signore Gesù.
La tua preghiera, quindi, concerne lo Spirito santo quanto e anche più di quanto concerna te stesso; poiché è per mezzo della preghiera che si sviluppa l’uomo nuovo, generato in te dallo Spirito santo; è per mezzo della preghiera che esso riceve la luce divina, che riconosce la volontà di Dio e che impara a metterla in pratica con l’aiuto della grazia.
Tratto da "Consigli per la preghiera" di Matta el Meskin
CAPITOLI PUBBLICATI
MATTA EL MESKIN (Matteo il povero) 1919-2006.
Umile monaco eremita, fu il rinnovatore della vita monastica originale dei padri del deserto e Igumeno (Abate) del monastero di San Macario a Scete in Egitto. I suoi preziosi scritti costituiscono una guida alla preghiera sul modo di intrattenersi con Dio nell'autentica preghiera del cuore, quella preghiera che ristabilisce la confidenza dei figli che chiamano Dio “Abbà, Padre”.
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