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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

La vera devozione a Maria nel Trattato del Montfort

Radio Maria venerdì 7 febbraio 2014
Cari fratelli e sorelle, buona e santa serata a tutti voi nella grazia del Signore e nell'intercessione della gloriosa e Semprevergine Maria Madre di Dio e Madre nostra.
Nella nostra ultima conversazione, il 24 gennaio, vi dicevo: la prossima volta venerdì 7 febbraio 2014, riprenderemo la presentazione del Trattato del Montfort.
Dal contenuto così ispirato e scritto con tanta passione e ardente zelo, il Trattato della vera devozione del Montfort, autentico capolavoro di spiritualità mariana, si presenta quale manuale di vera spiritualità evangelica, fondata sulla dottrina della fede insegnata dalla Chiesa, alla luce dei testi biblici, dei santi Padri e trasmessa dalla sana tradizione. Nel Trattato Montfort difende il posto di Maria nella storia della salvezza e invita il lettore a riconoscere il ruolo materno della Vergine nella santificazione delle anime, senza il falso timore di far torto a Gesù Cristo.

Il titolo di questa sera é "La vera devozione a Maria nel Trattato del Montfort".
Illustrerò i seguenti punti:
1) alcuni tratti tipici della vera devozione mariana secondo il Montfort;
2) Montfort rigetta e depreca le false devozioni;
3) non solo Montfort si scaglia contro i falsi devoti, ma va anche contro le deviazioni, gli abusi presenti nella teologia mariana del suo tempo;
4) siccome Maria è necessaria a Dio e agli uomini, va coltivata la vera devozione a Maria che conduce al'imitazione delle sue virtù;
5) Maria è necessaria a Dio e agli uomini: in lei riscontriamo una duplice mediazione: Maria è necessaria a Dio nella storia della salvezza, e necessaria agli uomini per poter crescere nella loro vita di fede.

1. Alcune peculiarità della vera devozione a Maria secondo Montfort.
Per arrivare al Signore, Montfort ci ricorda che contro le false devozioni, si impone la scelta della vera devozione alla SS.ma Vergine. Montfort scrive: "Oggi, più che mai, vi sono false devozioni che si scambiano facilmente per vere. Da falsario e da ingannatore, il demonio ha già ingannato e mandato in perdizione numerose anime all'inferno con una falsa devozione alla Vergine. Ed ogni giorno (Satana) si serve della sua diabolica esperienza per farne dannare molte altre, illudendole e facendole addormentare nel peccato, col pretesto di qualche preghiera mal detta e di qualche pratica esteriore da lui suggerita" (VD 90).
Montfort parla di vera devozione, di quella cioè in cui Maria è la via perfetta, santa, sicura, facile del cammino spirituale per raggiungere Cristo, il fine ultimo della vita ascetica e spirituale (VD 125). Nel Trattato Montfort chiede una devozione tenera, cioè devozione sensibile e affettiva, capace di toccare il cuore e di cambiare la vita. Siccome l'amore a Maria deve condurre a vivere secondo il vangelo, la devozione tenera è vera devozione: unisce a Cristo e garantisce un innegabile percorso di santificazione. 
La vera devozione è tenera, e Montfort spiega: l'anima si rivolge a Maria "come ad una madre, in ogni tempo, in ogni luogo e in ogni cosa: nei dubbi per essere illuminata, nei traviamenti per ritrovare il cammino, nelle tentazioni per essere sostenuta. In poche parole, l'anima si rivolge a Maria abitualmente, in tutti questi malesseri, spirituali e corporali, senza timore di importunare questa buona Madre e di dispiacere a Gesù Cristo" (VD 107).
"La vera devozione a Maria è santa, cioè conduce l'anima ad evitare il peccato e ad imitare le virtù della Vergine" (VD 108). "La vera devozione alla Vergine è costante: conferma l'anima nel bene e la induce a non abbandonare facilmente le pratiche di pietà. (La vera devozione) la rende coraggiosa nell'opporsi alle mode e alle massime del mondo, alle molestie e agli stimoli della carne, e alle tentazioni del demonio" (VD 109).
Al contrario è falsa devozione quella che fa compiere qualche gesto religioso rivolto alla Vergine, ma che lascia nel peccato, nella tiepidezza o nell'indifferenza religiosa.

2. Montfort va contro le false devozioni e i falsi devoti.
Anzitutto Montfort è severo con i cristiani tiepidi, disimpegnati, indifferenti, i devoti incostanti e leggeri.
Montfort va contro anche quei cattolici che fanno professione di insegnare agli altri ciò che loro stessi non conoscono. Forse un pò sconsolato ma certamente preoccupato, Montfort domanda a Gesù Maestro: "Non è dunque cosa sconcertante e dolorosa, mio buon Maestro, costatare l'ignoranza e le tenebre di tutti gli uomini nei confronti della tua santa Madre? Non parlo degli idolatri e dei pagani: essi non conoscono te, quindi non si curano di conoscere lei. Non parlo nemmeno degli eretici e degli scismatici: essi non si curano di essere devoti della tua santa Madre, poiché si sono separati da te e dalla tua santa Chiesa.
Parlo dei cristiani cattolici e persino dei dottori fra i cattolici. Essi fanno professione d'insegnare agli altri la verità, ma non conoscono te, né la tua santa Madre, se non in maniera speculativa, arida, sterile e indifferente" (VD 64).
Montfort rigetta i devoti critici che si allontanano da Maria con il pretesto di eliminarne gli abusi: "Sono i dotti orgogliosi, spiriti forti e presuntuosi, che in fondo hanno una certa qual devozione alla Vergine santa, ma criticano come contrarie al loro gusto quasi tutte le pratiche di pietà che persone semplici compiono ingenuamente e santamente in onore della Madonna" (VD 93).
Montfort rigetta i devoti scrupolosi: "Sono persone che temono di disonorare il Figlio onorando la Madre; di abbassare l'uno innalzando l'altra. Non sanno tollerare che si diano alla Vergine le lodi giustissime datele dai santi Padri" (VD 94).
Montfort depreca anche i devoti presuntuosi, che a causa della loro falsa devozione a Maria, ristagnano nel peccato (VD 104).
Nel n.97 Montfort ha scritto: "I devoti presuntuosi sono peccatori in balia delle loro passioni e amanti del mondo. Sotto il bel nome di devoti della Vergine santa nascondono o l'orgoglio o l'avarizia o l'impurità o l'ubriachezza o la collera o la bestemmia o la maldicenza o l'ingiustizia, ecc" (VD 97).
Montfort si indigna per tale comportamento e osserva: "Nulla, nel cristianesimo, è più condannabile di questa diabolica presunzione. E in realtà, chi potrebbe dire con animo sincero di voler bene e di onorare la Vergine santa, se con il peccato colpisce, trafigge, mette in croce e oltraggia senza pietà Gesù Cristo, suo Figlio? Se Maria si facesse un dovere di salvare con la sua misericordia questa sorta di persone, autorizzerebbe questo peccato, aiuterebbe a crocifiggere e oltraggiare suo Figlio. Ma chi osa pensare ad una cosa del genere?" (VD 98).
Montfort diventa quasi violento verso i devoti ipocriti che nascondono il peccato "sotto il manto di questa Vergine fedele, per apparire agli occhi degli altri diversi da quello che sono" (VD 102).
Montfort fustiga chi, sotto il pretesto di qualche gesto esteriore di pietà mariana, non si preoccupa di uscire dal peccato, dalle cattive abitudini, dorme in una falsa sicurezza ed è oggetto di scandalo.
Contro i devoti ipocriti Montfort nel numero 99 ha dichiarato: "Affermo che un simile abuso della devozione alla Vergine santa - devozione che, dopo quella a Nostro Signore nel SS.mo Sacramento, è la più santa e la più solida di tutte - costituisce un orribile sacrilegio: il più grande e il meno perdonabile dopo quello della Comunione ricevuta indegnamente" (VD 99).
Montfort riprova anche, ma in modo più pacato, i "devoti interessati" (VD 103), "che ricorrono alla Vergine santa solo per essere liberati dai mali del corpo e per ottenere dei beni temporali" (VD 104).
Montfort non dimentica i devoti incostanti che, per leggerezza, cambiano le loro pratiche di pietà, o le abbandonano totalmente alla minima tentazione" (VD 104).

3. Abbiamo detto che Montfort si scaglia contro i falsi devoti e le false devozioni.
Egli denuncia e corregge altresì gli abusi che si riscontrano nella teologia mariana del suo tempo. Vi porto tre esempi:
a. Montfort intende "purificare" la devozione mariana del suo tempo. Fervente e zelante apostolo della Vergine, di fronte al massimalismo mariano del suo tempo, egli cerca di "purificare" la devozione mariana ricollegandola al mistero di Cristo (VD 90-104). La devozione a Maria in Montfort è finalizzata alla crescita del cristiano in Cristo, crescita che, principalmente, avviene nella ricezione dei sacramenti. Montfort presenta una devozione a Maria che tende alla comunione eucaristica preceduta dalla confessione sacramentale (VD 231). 
La pietà mariana in Montfort porta ai sacramenti che santificano: egli riconosce l'importanza centrale e insostituibile dei sacramenti, specialmente la comunione e la confessione. Montfort suggerisce, al termine del Trattato, di vivere il totus tuus, prima di fare la comunione. Rivolto al lettore, egli scrive: prima della comunione rinnoverai la consacrazione, dicendo "Totus tuus ego sum, et omnia mea tua sunt. Accipio Te in mea omnia. Praebe mihi cor tuum, Maria".
"Sono tutto tuo, e tutto ciò che è mio è tuo. Ti prendo per ogni mio bene. Dammi il tuo cuore, o Maria" (VD 266).
Non va poi dimenticato che Montfort è l'apostolo della consacrazione mariana quale consacrazione-rinnovazione delle promesse battesimali. Montfort propone, tramite la vera devozione a Maria, una rinnovata fedeltà agli impegni della nostra rinascita in Cristo avvenuta nel battesimo.
b. Montfort cerca di "purificare" la devozione mariana del suo tempo, correggendo a riguardo deviazioni dottrinali o imprecisioni, estrapolazioni o eccessi, errori: ad es. nelle sue opere Montfort non usa mai il termine Corredentrice, come più volte abbiamo sottolineato. Da "teologo di classe", come lo ha chiamato Giovanni Paolo II, Montfort con preciso e attento linguaggio teologico, afferma che "Gesù è il nostro avvocato e il nostro mediatore di redenzione presso il Padre" (Vera devozione 84), poi con rigore dogmatico da par suo, precisa che Maria non è mediatrice di redenzione ma mediatrice di intercessione (Ivi, 86).
Montfort parla di vera devozione a Maria, cioè di devozione autentica, ortodossa, secondo la fede della Chiesa, fede che distingue il culto alla Vergine dal culto di adorazione riservato a Cristo e alla SS.Ma Trinità. Egli insiste nell'affermare che non bisogna scambiare la devozione a Maria, con il culto di adorazione dovuto solo a Cristo e alle Tre Persone della Trinità.
Il concilio Vaticano II ricorda che la vera devozione non consiste né in un sentimentalismo sterile e passeggero, ma procede dalla fede vera.
Ecco il testo della LG 67: "I fedeli ricordino sempre che la vera devozione non consiste né in un sentimentalismo sterile e passeggero, né in una vaga superficiale credulità, ma procede dalla fede vera, dalla quale siamo portati a riconoscere la preminenza della Madre di Dio, e sollecitati al filiale amore verso la Madre nostra e all'imitazione delle sue virtù" (LG 67). Avete badato: il Concilio afferma: "la vera devozione" mariana "procede dalla fede vera" (LG 67).
La vera devozione a Maria per Montfort fa sì che "il giusto e il devoto fedele di Maria vivono della fede di Gesù e di Maria, e non dei sentimenti della natura" (VD 109).
c. S. Luigi Maria di Montfort (+ 1716), che proviene dal seminario di San Sulpizio in Parigi, e che è considerato "ultimo dei berulliani" (H. Brémond), non attribuisce mai il titolo di sacerdote a Maria. Maria-sacerdote è un tema che non compare presso i Padri e i teologi antichi.
L'autore sconosciuto dell'opera dal titolo "Mariale super missus" (sec. XIII) attribuisce a Maria, tra gli altri doni, la grazia dei sette sacramenti, compreso l'Ordine sacerdotale di cui ella possederebbe eminentemente la dignità, la grazia e i poteri. Anche secondo s. Antonio di Padova (+ 1231) Maria è "sacerdotessa", per avere pienamente ricevuto la dignità e la grazia che si conferisce nel sacramento dell'Ordine.
Questo tema: "Maria-sacerdote" sarebbe una creazione del XVII sec., come precisa R. Laurentin (Maria Ecclesia, 19; cf.233ss.). Infatti secondo gli studiosi spagnoli del 1600, Ferdinando Chirino da Salazar (+ 1646) e Bartolomeo De Los Rios (+ 1652) "Maria esercitava sul Calvario una funzione di sacerdote e di sacrificatore".
Montfort nel Trattato n.18 non fa parola né di un'azione sacrificatrice né di una volontà sacrificante di Maria. Montfort invece parla di consenso che la Vergine diede al Padre, quale atto teologale di comunione al sacrificio di Cristo (come è ora l'atto dei fedeli che prendono parte all'Eucaristia). Montfort chiama Maria "vittima e ostia" e non già "sacerdote e sacrificatore": il Cantico (= C) 90, strofa 18 canta: "Ave, Maria, presso la Croce del Salvatore,/dove con lui ti offri Ostia di soave odore!,/ Fammi partecipare, o Madre desolata,/ almeno in parte alla tua pena sconfinata";
C 42: Maria vittima con Gesù;
C 74: Gesù e Maria due vittime innocenti;
C 87, strofa 6: "I loro cuori uniti/ offron se stessi al Cielo/ come due sante vittime".
Ho detto che Montfort , proveniente da San Sulpizio (Parigi) e considerato "ultimo dei berulliani" non attribuisce mai il titolo di sacerdote a Maria. Il titolo Virgo-Sacerdos entra nella Scuola di Spiritualità Francese, precisamente a San Sulpizio nel 1709 (Parigi). Ma a San Sulpizio nell'inno della festa della Presentazione di Maria (1708), la denominazione Virgo-Sacerdos era usata solo per spingere i sacerdoti a rompere i legami della falsa gioia del mondo per seguire Maria nel cammino del sacrificio personale (Inno, in H. De Lubac, Meditazione sulla Chiesa, 164-165, nota 36).
Inoltre "la 'Scuola francese' in particolare, celebra nel secolo XVII l''alleanza', la 'conformità', il 'legame', tutte affinità ammirevoli che uniscono il sacerdote alla Madre di Gesù. San Giovanni Eudes (+ 1680) vede nel sacerdote 'l'immagine della Vergine Madre', perché per mezzo di entrambi 'il Cristo è formato, è dato ai fedeli, è offerto in olocausto a Dio'".

4. La devozione alla Vergine è necessaria ai credenti per imitare le virtù della Madre e trovare il Figlio Gesù Cristo.
Nella VD 62 Montfort precisa:"La devozione alla Vergine M è necessaria per trovare perfettamente Gesù Cristo, amarlo di tutto cuore e servirlo con fedeltà" (VD 62, cf VD 13,49...).
Ma noi ora parliamo della vera devozione a Maria necessaria ai credenti, per poter imitare, far nostre le virtù della Serva del Signore.
Prima vi cito s. Bonaventura che chiede una vera devozione a Maria e l'imitazione delle sue virtù. Nelle opere mariologiche di Bonaventura, insieme al rigore teologico e ad una devozione stimolante, riscontriamo continue citazioni della sacra Scrittura, il ricorso alle fonti patristiche e fedeltà alla tradizione.
Nel parlare della devozione mariana Bonaventura raccomanda anzitutto la fedeltà alla Parola di Dio nel solco della fede della Chiesa. Bonaventura era stato "baccelliere biblico" (insegnante della "Sacra Pagina", in particolare aveva spiegato il vangelo di s. Luca) all'università di Parigi. Bonaventura ricorda che la devozione a Maria deve essere regolata dalla bibbia.
Egli annota: "Nessuno può mai considerarsi troppo devoto di Maria; però non deve esserlo fino al punto di credere cose contrarie alla verità sia della Sacra Scrittura che della fede cristiana, la quale deve precedere ogni nostra devozione tanto verso Dio che verso la Madre sua".
Il Vaticano II dice la stessa verità, quando raccomanda: "Con lo studio della Sacra Scrittura ... e delle liturgie della Chiesa (i teologi e i predicatori)... illustrino correttamente la missione e i privilegi della beata Vergine" (LG 67).
Bonaventura mette in guardia contro tendenze esagerate, denunciando falsi onori o privilegi verso la Vergine, ed afferma: "Non si devono inventare nuove forme di onore a lode della Vergine, la quale non ha bisogno delle nostre bugie, lei che è così piena di verità". Piuttosto Bonaventura esorta a seguire i passi della Vergine, mettersi alla scuola della Madre per giungere all'imitazione delle sue virtù, ed esclama: "Che Madre misericordiosa abbiamo! E allora rendiamoci simili alla Madre nostra, imitiamo la sua pietà".
Il Vaticano II esorta "vivamente i teologi e i predicatori della Parola divina ad astenersi con ogni cura tanto da false esagerazioni quanto da una grettezza di mente nel considerare l'eccezionale dignità della Madre di Dio" (LG 67).
Paolo VI nella MC precisa: "La vigile difesa da...errori e deviazioni renderà il culto alla Vergine più vigoroso e genuino" (MC 38).
Poi Paolo VI, sempre nella MC, ricorda: la pietà mariana "ha grande efficacia pastorale e costituisce una forza rinnovatrice del costume cristiano" (MC 57). Infine il Pontefice ribadisce: se sarà "sempre più limpida e vigorosa", la pietà mariana porterà "un indubbio profitto per la Chiesa e la società umana" (MC 58).

5. La duplice mediazione di Maria.
La Vergine è necessaria a Dio e agli uomini: necessaria a Dio nella storia della salvezza, e necessaria agli uomini per una loro proficua vita di fede.
Montfort apre il suo Trattato con questa affermazione programmatica di tutto il suo libro: Cristo è venuto per mezzo di Maria e per mezzo di Maria deve regnare nel mondo (VD 1). Poi specifica: l'opera della salvezza ancora per mezzo di Maria deve raggiungere il suo compimento: "Per mezzo di Maria ebbe inizio la salvezza del mondo, ancora per mezzo di Maria deve avere il suo compimento" (VD 49 cf 50).
Come già per Bonaventura, anche per il Montfort Maria svolge una duplice mediazione tra Dio e gli uomini: Maria serve a Dio per scendere sulla terra, e serve agli uomini per la loro risalita al Padre nel suo cielo eterno.
Montfort conosceva bene anche s. Anselmo d'Aosta (1033-1109), filosofo e teologo molto apprezzato anche dal magistero della Chiesa di oggi. Montfort ricalca, fa sua la dottrina mariana di s. Anselmo, insigne rappresentante della spiritualità medievale. S. Anselmo integra armonicamente la devozione a Maria, filiale e tenera, nel culto liturgico e nella dottrina della Chiesa.
S. Anselmo esalta la grandezza unica di Maria, perché lei è mediatrice: mediante lei, Gesù è sceso tra noi, e noi tramite lei possiamo ascendere a Gesù. Paolo VI nell'esortazione apostolica Signum magnum n.13 cita l'orazione mariana 54 di s. Anselmo, il quale così invoca la Vergine:"O gloriosa Signora, fa' che per te meritiamo di ascendere a Gesù, tuo Figlio, che per tuo tramite si degnò di scendere tra noi".
Anselmo rileva pure che tutti gli esseri creati, per mezzo della Vergine sono risuscitati allo splendore che avevano perduto e hanno ricevuto un grazia nuova inesprimibile", e ogni creatura, tramite la gloriosa Signora Maria, rinverdisce. S. Anselmo mirabilmente si rallegra con Maria per la sua grandezza e prega: "Maria, grande Maria, maggiore delle sante Marie, massima fra le donne!". E specifica: "In quale posto sublime io contemplo Maria! Nulla è eguale a Maria, nulla è superiore a Maria, all'infuori di Dio" (Oratio 7,7). Quindi s. Anselmo presenta la superiorità della Vergine sulla creazione: "Cielo, stelle, terra, fiumi, giorno, notte e tutte le creature...si rallegrano, o Signora, di essere stati per mezzo tuo...risuscitati allo splendore che avevano perduto e di avere ricevuto un grazia nuova inesprimibile". Per questo aggiunge:"O donna piena e sovrabbondante di grazia, ogni creatura rinverdisce, inondata dal traboccare della tua pienezza" (LH 1,1090). Poi Anselmo descrive la superiorità della Vergine sugli stessi esseri celesti: "Ciò che possono tutti questi con te (i santi tutti e gli spiriti angelici), tu sola puoi senza tutti quelli" (Oratio 46).
Come avete sentito, Maria è la maggiore delle sante Marie, massima fra le donne. Nulla è eguale a lei, nulla è superiore a Maria, all'infuori di Dio. Ella è superiore agli stessi esseri celesti, per il suo ruolo unico di mediatrice tra Dio e gli uomini.
Sulla base della mediazione universale della Vergine, Montfort avanza e propone la sua tesi: la devozione Maria è necessaria.
Montfort, nella I parte del Trattato parla di Maria nella storia della salvezza (sono 3 capitoli che comprendono i nn.14-59). Montfort costata che Dio è bastante a se stesso, ma poi vuol dimostrare che Dio ha voluto avere bisogno di Maria, e per fare questo, Dio si rivolge a Maria: a Dio basta volere per fare tutto.
Nel n.14 della Vera Devozione, Montfort fa la sua solenne professione di fede nella infinita Maestà di Dio, e afferma:"Con tutta la Chiesa confesso che Maria, essendo una semplice creatura uscita dalle mani dell'Altissimo, paragonata a tale infinita Maestà è meno di un atomo; meglio, è proprio un niente, poiché soltanto lui è Colui che è (Es 3,14). Per conseguenza, questo grande Signore, sempre indipendente e bastante a se stesso, non ha avuto né ha bisogno in modo assoluto della santissima Vergine per attuare i suoi voleri e per manifestare la sua gloria. Gli basta volere, per fare tutto". Notate: paragonata alla infinita Maestà di Dio, Maria è meno di un atomo; anzi, è proprio un niente.
Anche il magistero del Vaticano II sottolinea:"Ogni salutare influsso della beata Vergine verso gli uomini non nasce da una necessità, ma dal beneplacito di Dio" (LG 61).
Poi Montfort in VD 15, dice che Dio compie le sue più grandi opere mezzo di Maria. Il n.15 recita: "Però affermo che, supposte le cose come sono, avendo voluto cominciare e compiere le sue più grandi opere per mezzo della Vergine Maria fin dal momento in cui l'ha plasmata, bisogna credere che non cambierà metodo nei secoli dei secoli. Egli è Dio e non muta per niente né sentimenti né modo di agire" (VD 15).
M è necessaria. Ma che cosa ne pensa il magistero della Chiesa? Per il magistero della Chiesa Maria è proprio necessaria?
Il concilio non usa il termine Maria "necessaria" a Dio, ma in realtà giunge pressoché alla stessa conclusione del Montfort allorché esalta il carattere singolare del culto mariano: "Esaltata, dopo il Figlio, per la grazia di Dio, sopra gli angeli e gli uomini... Maria viene meritatamente onorata dalla Chiesa con culto speciale" (LG 66). Poi il Vaticano II ricorda: "Sebbene sia un culto del tutto particolare", il culto mariano "differisce essenzialmente dal culto di adorazione prestato in modo uguale al Verbo incarnato, al Padre e allo Spirito Santo" (LG 66). Infine, essendo la Madre unita al Figlio "da un vincolo stretto e indissolubile" (LG 53), il concilio rileva che le numerose forme di pietà mariana fanno sì che "quando è onorata la Madre, il Figlio... sia debitamente conosciuto, amato, glorificato, e siano osservati i suoi comandamenti" (LG 66).
Prima il Vaticano II ha precisato: "Ogni azione salutare della Beata Vergine sugli uomini non nasce da una qualche necessità, ma dalla volontà divina, e sgorga dalla sovrabbondanza dei meriti di Cristo, si fonda sulla sua mediazione, dipende in tutto da essa e attinge da quella tutto il suo valore; non impedisce minimamente l'unione immediata dei credenti con Cristo, ma la facilita" (LG 60).
Montfort nella VD 62, che ho già citato, dice che "la devozione alla Vergine Maria è necessaria per trovare perfettamente Gesù Cristo, amarlo di tutto cuore e servirlo con fedeltà" (VD 62, cf VD 13,49...).
Maria è necessaria perché il suo compito nella Chiesa è quello di generare i credenti alla vita eterna.
Il concilio chiama Maria "Madre nell'ordine della grazia" (LG 61): vuol dire che ella genera i credenti alla vita in Cristo, alla grazia. Difatti poi il Vaticano II nel numero seguente rileva che anche dopo la sua assunzione, Maria "con la sua materna carità si prende cura dei fratelli del Figlio suo ancora peregrinanti... finché non siano condotti nella patria beata" (LG 62).
Montfort ritiene Maria Madre formatrice dei santi: "La formazione e l'educazione dei grandi santi (predestinati)... sono riservate a lei, perché soltanto questa Vergine singolare e miracolosa può produrre, insieme allo Spirito Santo, le cose singolari e straordinarie" (VD 35). Per Montfort Dio Padre nello Spirito con Maria forma il Figlio e i figli, poiché ella è Madre del Christus totus: Cristo Capo e il suo Corpo ecclesiale. Del resto, continua Montfort, "il capo e le membra nascono da una stessa Madre".
Ora vi cito ancora s. Bonaventura di Bagnoregio perché quando egli parla della mediazione universale di Maria, sostiene che i credenti e i santi si santificano grazie alla cura materna della Vergine. Bonaventura dice: "Nessuno può entrare in cielo se non passa attraverso Maria come per una porta. Come Dio infatti venne a noi attraverso di lei, così bisogna che (noi) torniamo a Dio attraverso di lei". Mediante lei noi possiamo andare a Gesù, seguendo i suoi passi, schiudendo come lei il nostro cuore totalmente al suo amore. Ed ella, nel dischiuderci la sua piena comunione di vita con il Figlio, favorisce la nostra intimità con Gesù. Per Bonaventura "nessun santo si è mai salvato, anzi santificato senza l'opera mediatrice ed esemplare di Maria". Del resto, continua Bonaventura, "quelli che sono radicati nella Vergine Madre con l'amore e la devozione vengono da lei santificati, perché ella chiede al Figlio suo la loro santificazione".
Secondo Bonaventura Maria è la porta del Paradiso. Attraverso Maria è entrato nel mondo e si è offerto a noi il Salvatore. Maria è "Porta...cristallina", che apre la porta del cielo. Ella è Stella... "deducens nos ad Christum", stella che conduce noi a Cristo. Nelle Litanie lauretane noi la invochiamo quale "Stella mattutina", stella che precede Cristo sole della giornata cristiana, Maria stella del mattino, cristallina e trasparente, che conduce al giorno nuovo, giorno senza tramonto di Cristo Signore.
Qui potrei evocare il tema di Maria "porta dell'Incarnazione", quindi descrivere la Vergine nei riti di ingresso della celebrazione eucaristica; potrei presentarvi il rito cosiddetto "liturgia della soglia" previsto nei santuari mariani: la Madre va incontro ai suoi figli pellegrini e stanchi che stanno per entrare nella sua casa (santuario). Potrei parlarvi dei portali delle cattedrali medievali, ad es. il portale della cattedrale di Chartres in Francia, dove Maria è raffigurata come ianua coeli, porta del cielo, colei che guida i credenti dalla terra al cielo. Anche il nome del mese di gennaio, cristianamente si spiega così: la parola latina Ianuarius viene da ianua: ianuarius, mese che è la porta che introduce agli altri mesi.
Ianuarius rappresenta il mese che porta al nuovo anno, anno nuovo che avvia i credenti al calendario dell'eternità. Tutto questo trae le sue origini dal tema: Maria stella mattutina, illuminata da Cristo sole, colei che rifrange in noi la luce intramontabile del Figlio.
Venerdì 27 settembre 2013, concludevo così: Il progetto di Dio per ogni credente è quello di giungere alla santità, diventando immagine vivente del suo Figlio Gesù.
Ma come realizzare questa impresa, che appena la inizi, affiorano subito svariate difficoltà? C'è un segreto: scoprire Maria per vivere in Cristo e diventare come lui. Maria è questo segreto di salvezza. La missione che il Signore ha affidato alla Madre è quello di guidare maternamente i suoi figli alla perfezione della vita battesimale.
Maria è necessaria: necessaria a Dio per realizzare il suo piano di salvezza, cioè per l'incarnazione del suo Verbo. Maria è necessaria agli uomini per poter raggiungere la salvezza eterna.
Quando sarà possibile riprenderemo questo argomento.
Ora come conclusione, rivolgo io una domanda a voi radioascoltatori: "Come mai la spiritualità mariana del santo di Montfort ha riscosso e va riscuotendo tanto successo?"
La risposta la troviamo sicuramente nella sua estrema affidabilità ed adattabilità. La pietà mariana del Montfort si adatta a tutte le categorie di persone, qualunque sia il loro grado di erudizione, qualunque sia anche l'itinerario spirituale che stanno vivendo. La spiritualità mariana del Montfort può essere definita "trasversale", perché passa attraverso un po' tutte le varie forme di spiritualità, rispettandone il carisma originale, ma, al tempo stesso, evidenziando alcuni elementi importanti, tra cui, la dimensione mariana della vita cristiana, da accettare non come un optional, ma come una realtà necessaria, voluta da Dio.
Questa sintesi della dottrina spirituale del Montfort è offerta soprattutto a coloro che hanno scelto la consacrazione alla Vergine Madre.
Che cosa significhi questa consacrazione, ce lo dice il beato Giovanni Paolo II: "Il significato antico della consacrazione alla Vergine SS. consiste non già in un effimero gesto devozionale ma nell'accoglienza filiale di colei che Cristo ci ha dato per Madre nell'ordine della grazia, nella persona del discepolo amato. Tale rapporto diretto e permanente con Maria nella preghiera, nella disponibilità al suo materno influsso e nell'assimilazione dei suoi atteggiamenti evangelici è a sua volta ordinato a risolversi in una cammino di fedeltà a Cristo, di docilità allo Spirito Santo, di comunione d'amore con
il Padre e di vita ecclesiale".
Non un gesto effimero, non solo una devozione di candela, ma un vero itinerario spirituale, una esaustiva proposta di vita cristiana secondo il Vangelo: autentico segreto di santità battesimale.
Recito per voi e con voi la formula di consacrazione a Gesù per le mani di Maria, composta dal santo di Montfort. Recito quella parte, dove il Montfort si rivolge alla Vergine, "Madre e Sovrana" che guida i credenti a vivere gli impegni del proprio battesimo.
Noi ci risentiremo venerdì 28 febbraio 2014. In prossimità della s. Quaresima che si inizierà il 5 marzo: mercoledì delle ceneri, svilupperemo questo titolo: "Francesco, fa' passare i tuoi figli per la strada di mia Madre": Maria la garante del perdono quaresimale.
Grazie di cuore a tutti voi per la cortese attenzione.

Sergio Gaspari, SMM

Aggiunta 1
Sul trattato, ispiratore di vita ascetica e spirituale nel 1900, cito il servo di Dio il canonico don Silvio Gallotti (1881-1927), che dopo aver conosciuto la perfetta devozione insegnata dal Montfort, dichiarava apertamente:"La Madonna è il mio tutto": Totus tuus. Il suo programma spirituale era: operare e vivere in Maria per essere in Maria e per Maria tutto di Gesù.
Quando nel 1914 scoprì il Trattato, Gallotti ritenne questa scoperta una grazia singolare di Maria (Gallotti, Super II,p.195).
Il vesc. Francesco M. Franzi, che ha scritto la vita del canonico Silvio Gallotti dal titolo "Un sacerdote di Maria", la II ed. è del 1952, (in Gallotti Super II, il prete p.172) riferisce: dal maggio 1914 (don Silvio Gallotti) rilesse il trattato del Montfort e vi trovò la via per la più generosa attività spirituale nell'assoluta abnegazione e diffidenza di sé. Da quel momento il trattato divenne il suo libro, "il libro più prezioso che mai sia stato scritto fin qui in onore della Madre nostra", fino a dichiarare con un'iperbole che risente del pensiero di s. Agostino - che è più importante l'insegnamento della Chiesa che il Vangelo - : "Amo questo libro più che il Vangelo stesso, oso dire, perché è in grazia della luce piovutami nell'anima attraverso la lettura e lo studio di quest'opera che ho imparato a leggere e a capire un po' meglio il Vangelo e ogni altro libro della vita spirituale" (2/5/1917).
Un teste nel processo canonico per la canonizzazione di Gallotti affermava: "Diceva che quel libro (il trattato) gli era più prezioso di tutta la sua libreria perché gli aveva insegnato a conoscere meglio la vita spirituale e gli aveva facilitato l'unione con Dio. Consacrato alla Vergine in qualità di schiavo d'amore insegnava ai chierici e a tante altre anime che dirigeva questo metodo di perfezione" (Gallotti Super II, testimonianze integrative p.25).
Il 23 marzo 1920 il canon. Gallotti così si esprimeva sul Segreto di Maria scritto dal Montfort:"La mia vita non avrebbe più ragione di essere se non la spendessi tutta nel predicare un po' a tutti quel gran mezzo di santificazione che è il segreto di Maria" (Gallotti Super II,193).

Aggiunta 2
Sul trattato, nell'oggi della Chiesa, cito la Fraternità Francescana di Betania, fondata nel 1982 dal cappuccino e figlio spirituale di san p. Pio, p. Pancrazio Gaudioso, la cui casa Madre si trova a Terlizzi (BA). Perché Betania? Si tratta della Betania evangelica che incarna il fare di Marta e il silenzio di Maria.
Ispiratrice e modello della comunità è la Vergine, ancella del Signore, comunità che si fonda su tre pilastri: preghiera, accoglienza e vita fraterna. E' una comunità mista: religiosi e religiose, che praticano la preghiera anche di notte; vivono la consacrazione a Maria secondo il santo di Montfort, e viene rinnovata ogni anno, possibilmente nella s. Casa di Loreto il 25 marzo, solennità dell'Annunciazione.
Le Costituzioni dei Missionari montfortani che cosa dicono della devozione mariana ereditata dal loro fondatore? "Il carattere mariano della Compagnia di Maria è un bene essenziale della Congregazione e Maria è presente nella vita dei missionari non in modo marginale: la devozione a lei fa parte integrante della loro vita spirituale e apostolato" (Montfortano oggi, III ed., n.39, p.77). "La 'perfetta consacrazione' a Gesù per mezzo di Maria è l'atto più rilevante del carattere mariano della nostra ispirazione" (Ivi, n.40, p.78).

Sergio Gaspari, SMM
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