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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Pensieri dei Santi Padri d'oriente

Confessione, porta del pentimento - San Nicodemo l'Aghiorita
Confessione, il Sacramento della confessione dei peccati è la porta d'ingresso per la quale un peccatore passa sul vero sentiero cristiano. Si tratta del primo e indispensabile atto che è necessario per quella persona che decide di cambiare il proprio comportamento, di abbandonare l'abitudine del peccato, e di seguire una santa vita cristiana. Il peccatore si trova di fronte a una certa difficoltà quando vuole confessarsi, a causa della vergogna.
Che ciascuno di noi sappia, tuttavia, che questa piccola vergogna che proviamo a confessare i nostri peccati a una singola persona ci libererà dalla grande vergogna che proveremo nel giorno del giudizio, quando i nostri peccati saranno rivelati davanti a tutti gli uomini. È pertanto necessario sopportare la vergogna della confessione. Prendiamo nota di un fatto del quale molti non sono consapevoli: la confessione non solo cancella ogni peccato che confessiamo, ma ci da inoltre la forza di non commettere tale peccato un'altra volta.
A conferma di ciò, San Simeone il Nuovo Teologo cita il 122° canone del Sinodo di Cartagine: "Chiunque dica che la grazia di Dio, che possiamo vantare attraverso Gesù Cristo nostro Signore, è unicamente in grado di rimettere i peccati di quanti si sono già sviati, e non sostenga che essa aiuta anche non commettere altri peccati, sia anatema."
Ciò che alcuni fanno per ignoranza, vale a dire, confessare i propri peccati di fronte a un'icona di Cristo e non a un prete, è uno sbaglio. Perché i peccati vengano rimessi, è necessario che il nostro padre spirituale legga per noi la preghiera del perdono, ponendoci la mano sul capo.
Dobbiamo confessare i nostri peccati con tutta serietà, con sentimento e, se possibile, con lacrime per i nostri peccati. Chi nasconde un peccato per vergogna e non lo confessa, non otterrà nulla di buono dal mistero della confessione.

Il nostro prossimo è la chiave per il regno dei cieli - San Giovanni Kolovos
L'amore è la regina delle virtù. Chi si sforza di amare sarà arricchito di un tesoro incomparabile. Più di ogni altra cosa, dobbiamo amare Dio. Amiamo senza eccezione tutti gli uomini, così come amiamo noi stessi.
Molti pensano di avere amore, ma questo come lo si può confermare? Dalle tue azioni e dalla tua condotta, uomo, ciò sarà reso manifesto. Se dopo essere stato ingiuriato e calunniato non hai dentro di te ostilità verso quanti ti offendono; se non puoi sopportare di vedere un uomo povero, ma gli doni la migliore scelta dei tuoi beni; se neghi a te stesso varie necessità, per donarle a chi ne ha bisogno, allora hai davvero amore per il tuo prossimo.
Se desideri glorificare Dio pregando o ringraziandolo per i beni che ti ha dato, e questo tempo di preghiera non è per te un'obbligazione o un dovere, ma piuttosto una profonda brama del tuo cuore; e se ti addolori dei tuoi peccati e ti sforzi di correggere il tuo comportamento, allora fatti coraggio: tu ami davvero Dio. Se non amiamo il nostro prossimo, allora è impossibile che amiamo Dio. IMPOSSIBILE.
Ci sono molti che corrono nelle chiese, viaggiano in Terra Santa, e fanno molte preghiere, ma allo stesso tempo litigano con i loro vicini, e sono passati anni da quando hanno detto loro "buon giorno", o sono amareggiati verso di loro per varie cause. Oppure trattano gli altri ingiustamente e sono un fardello per il loro prossimo. Non inganniamoci, comunque. San Giovanni l'Evangelista scrive che se qualcuno dice: "Io amo Dio", ma odia il suo fratello, il suo amore per Dio è una menzogna. Chi infatti non ama il proprio fratello, che è un'icona di Dio, anche se lo vede tutti i giorni, come è possibile che ami Dio, che non ha mai visto? L'amore di Dio è il secondo gradino. Sul primo gradino, quello più in basso, c'è l'amore del prossimo. Nessuno è in grado di conseguire l'amore per Dio se prima di tutto non ottiene l'amore per il prossimo. San Giovanni Kolovos scrive: "La chiave che apre la porta del Regno dei Cieli è il tuo prossimo."

L'obbedienza è l'abbandono del discernimento in un tesoro di discernimento - San Giovanni Climaco
L'obbedienza è una condizione indispensabile della salvezza. Per i monaci costituisce la "spina dorsale di ogni vita spirituale. Anche gli angeli vivono nell'obbedienza. Sono obbedienti agli arcangeli, e questi a propria volta sono obbedienti ad altri ordini angelici. L'obbedienza in un monaco genera molte cose buone. Egli sottomette tutto quanto lo preoccupa alla sua guida spirituale, e con questo ottiene la "libertà dalle preoccupazioni," prerequisito indispensabile del progresso spirituale. In altre parole, è necessario che la nostra mente si liberi da preoccupazioni e ansietà, per poter discernere la volontà di Dio. Questo è ciò che intendiamo parlando di "libertà dalle preoccupazioni".
Chi non riceve consiglio dalla sua guida spirituale, ma cerca di gestire da solo i propri affari, Dio lo abbandona perché non ha umiltà, e perciò va alla deriva. Inoltre, la sua mente è distratta e non ha tempo per pregare in pace e senza affanni. Queste diverse preoccupazioni sono catene che impediscono alle nostre preghiere di salire a Dio. Anche per questa ragione l'obbedienza è posta come fondamento su cui è costruito l'intero edificio delle virtù dell'anima.
"L'obbedienza è l'abbandono del discernimento in un tesoro di discernimento," scrive San Giovanni Climaco. In altre parole, colui che lascia i propri affari alla discrezione del suo anziano e obbedisce ai suoi comandi, è di fatto ricco di sapienza. Questo è un comportamento di grande discernimento da parte del discepolo. E che quanti vivono in un cenobio non facciano affidamento sulle proprie opinioni. Chiedete ai vostri superiori, e fate tutto quanto vi consigliano. Siate umili riguardo ai vostri affari, e chiedete consiglio ai fratelli pii anziani. Imparerete da loro molte cose.
Non spendete i giorni della vostra vita nell'incuria. Portate tutti i vostri problemi al vostro padre spirituale, e fomite un resoconto delle circostanze. Questo è il modo in cui gli uomini prudenti si comportano con discernimento.

Preghiera incessante: flagella i tuoi nemici con il nome di Gesù - San Giovarmi Climaco
La preghiera è una conversazione con Dio. Vi sono quattro tipi di preghiera. La GLORIFICAZIONE, quando rendiamo gloria e inni a Dio per la sua grandezza. Il RINGRAZIAMENTO, quando gli rendiamo grazie per gli innumerevoli beni che ci dona; infatti Egli ci ha creati, ci sostenta, ci protegge, e ci perdona quando lo offendiamo. Soprattutto, lo ringraziamo per la Croce che ha sopportato per la nostra salvezza. Il PENTIMENTO è il terzo tipo di preghiera. Chiediamo a Dio di perdonare i nostri peccati, e gli confessiamo che siamo peccatori e indegni. La PETIZIONE è la preghiera in cui chiediamo a Dio una grazia o un aiuto, o qualcosa di necessario per noi o per gli altri.
La preghiera è la madre di tutte le virtù ed è il lavoro più necessario per la nostra vita. San Giovanni Crisostomo scrive: "L'uomo che si priva della preghiera è simile a colui che si recide con un coltello i tendini e i nervi dei propri arti. Cade a terra, incapace di fare il minimo movimento. Così è l'anima di colui che non prega: atrofizzata, paralizzata."
La preghiera deve essere la necessaria abitudine di ogni cristiano. I buoni monaci pregano incessantemente. Ripetono incessantemente la breve preghiera: "Signore Gesù Cristo, abbi misericordia di me." Lentamente, questa diviene un'abitudine, e la mente la recita da sé, senza che la bocca la pronunci. A questo punto abbiamo l'INCESSANTE PREGHIERA MENTALE.
Quando molto tempo trascorre in questo stato e noi non perdiamo il nostro zelo e dedizione, ma facciamo ogni possibile lavoro gradito a Dio, ripetendo questa piccola preghiera continuamente, allora la nostra anima si purifica dalla copertura delle passioni, soprattutto quando vi sono lacrime nel tempo della preghiera. Le lacrime sono il lavacro che purifica l'anima. Dopo tutte queste cose abbiamo uno stato più alto di preghiera, chiamato PREGHIERA DEL CUORE. Il progresso della preghiera non si ferma qui. Ha pure altri gradi più alti, quali la contemplazione dei Misteri Celesti, e di una luce straordinaria, indescrivibile: ma questo reame è accessibile solo ai più perfetti.

La lettura aiuta la preghiera, e la preghiera aiuta la lettura - Sant'Isacco il Siro
Il progresso nella vita spirituale è impossibile senza il continuo studio delle Sacre Scritture e degli scritti dei Santi Padri. H necessario soprattutto a quanti hanno abbandonato solo di recente una vita peccaminosa, e si sono determinati a vivere in modo cristiano, dì rendere le Sacre Scritture il loro studio principale, in modo da poter penetrare il loro significato.
Il silenzio contribuisce molto alla comprensione profonda delle Scritture. E necessario studiare quanto più lontano possibile dalle fonti di disturbo e dalla conversazione. E si noti qui una cosa sconosciuta a molti: le Sacre Scritture, quando sono studiate con cura, trasmettono energia divina. Quando qualcuno è stato assorto a lungo nello studio delle Sacre Scritture, l'energia divina diviene molto percettibile. Chi studia sente nel cuore ispirazione, e senza sapere il perché, inizia anche a emettere lacrime. Dopo le lacrime, sente molta pace; e quando riprende a studiare comprende i pensieri della Bibbia in modo più puro. Questa energia che purifica e santifica esiste anche in altre opere dei Padri della Chiesa, ma in modo meno intenso. Chi conosce questa energia divina per esperienza personale è in grado, se legge opere di uomini infedeli e peccatori (come i vari racconti erotici, romanzi del crimine, e così via), di percepire un'energia inquinata che promana dalle pagine di questi libri. Per questa ragiona, appena li vede, e anche prima di mettersi a leggere, prova nel proprio cuore un senso d'irrequietezza, di pesantezza. E l'avvertimento da parte dì Dio del danno che essi contengono.
Dalla lettura continua dei Vangeli otteniamo un vantaggio unico: comprendiamo la personalità del Dio - uomo, Gesù, e conosciamo i dettagli dei Comandamenti divini indispensabili per la nostra salvezza.
Sant'Isacco il Siro, in molti dei suoi discorsi, sottolinea il grande beneficio della lettura delle Sacre Scritture, dicendo che "la lettura aiuta la preghiera, e la preghiera aiuta la lettura."

I vincitori sul peccato divengono come le stelle, e sono glorificati nel regno di Dio - San Nicodemo
Dopo la proclamazione della punizione dei peccatori, il Signore dirà: "Venite, benedetti dal Padre mio, e ricevete il Regno preparato per voi fin dalla fondazione del mondo".
Allora i Santi entreranno in Paradiso. Ogni cosa buona e ogni felicità sono qui raccolte. È un luogo di pace, di gioia e di eterna beatitudine. L'Apostolo Paolo scrive che Abramo aveva vissuto tutta la vita in tende temporanee poiché aspettava di vivere nella Città celeste, di cui Dio è il costruttore e creatore. Consideriamo quanta bellezza abbia questa Gerusalemme celeste, costruita dall'onnipotente e onnisapiente Creatore dell'universo come ricompensa per i propri santi.
Ma anche ogni santo è un altro tipo di Paradiso. La sua anima e il suo corpo saranno uniti alla Divinità, come il ferro è unito al fuoco, quando il ferro in mezzo al fuoco diventa rosso. I malanni del corpo e le varie debolezze dell'anima scompariranno. La dimenticanza, l'ignoranza, la trascuratezza, la confusione e le varie malattie nervose spariranno, e l'uomo sarà adornato di sapienza, potenza e beatitudine. I santi saranno come Cristo stesso, alni dèi, "dèi nati da Dio." In un istante di tempo sarà possibile percorrere vaste distanze. Straordinaria sarà la mente dell'uomo, che sarà dotata di qualità indescrivibili. Sarà in grado di vedere perfino nella terra; e le cose che esistono nelle stelle o che sono celate o coperte nelle tenebre saranno rese note. Si comprenderanno lo scopo e le proprietà di tutte le cose create.
Nel modo più eccelso i santi comprenderanno e godranno Iddio, che è il vero Paradiso, il Bene più incomparabile. Allo stesso modo, la perdita del godimento di Dio è un Inferno pauroso. San Basilio il Grande dice: "Le sofferenze dei peccatori nell'Inferno sono incomparabilmente peggiori di quelle di un uomo improvvisamente accecato e privato della luce, perché quanti sono nell'Inferno sono privati della vista di Dio."

A un uomo che annega in un fiume, offri il tuo bastone e non la tua mano - Sant’Isacco il Siro
Se vedi un uomo che annega in un fiume, non offrirgli la tua mano, ma offrigli la punta del tuo bastone.
Se sei in grado di tirarlo fuori e salvarlo, bene. Se tuttavia sei tu stesso in pericolo di essere trascinato nell'acqua e di annegare, lascia andare il bastone e salvati.
Questo detto è allegorico, e nasconde un consiglio spirituale. Ci sono molti che sono coraggiosi a causa dell'orgoglio e di una stima sbagliata della propria forza, e cercano di aiutare alni che sono in pericolo. Non prendono, tuttavia, le necessarie misure precauzionali, e non capiscono che talvolta noi siamo in grado di aiutare, e talvolta non lo siamo, anche se lo vogliamo. Di tali esempi parlano le vite degli asceti. Molti monaci hanno cercato di aiutare delle donne in pericolo e sono caduti nel peccato della fornicazione. I pretesti ragionevoli sono esche con cui il diavolo intrappola gli uomini noncuranti. I santi chiamano questa speciosa scusa "delusione dalla parte retta." (San Barsanufio) Sì, uomo, tu devi aiutare gli altri che si trovano in pericolo. Ma tuttavia, considera bene: esamina la questione. Considera se è possibile aiutare chi è in pericolo in modo differente. Non dovremmo intraprendere azioni irriflessive e affrettate, per non perdere pure noi stessi. "Prega per colui che è in pericolo e non farti invischiare nella questione. Anche la preghiera è un aiuto, e in questo modo si ottiene l'umiltà", come un certo santo consiglia ai monaci.

Il pentimento senza il digiuno è debole - San Basilio il Grande
Il cibo quaresimale è quello che non contiene carne, pesce, uova, latte.
La Chiesa fin dai tempi degli Apostoli ha determinato giorni fissi dell'anno in cui gli uomini dovrebbero digiunare. Al Mercoledì e al Venerdì ogni cristiano è obbligato a digiunare, a meno che quel giorno non coincida con una festività. A colui che digiuna è richiesto anche di ridurre la quantità del cibo, non solo il tipo. Nei tempi antichi il termine "digiuno" significava completa astinenza.
La regola di digiuno non è la stessa per tutti. Alcuni sono forti e sono in grado di digiunare molto. Alni hanno corpi più deboli e digiunano di meno. Il digiuno è una forte briglia che non permette al corpo di essere stimolato a desideri peccaminosi. Quando digiuniamo, la nostra mente domina il corpo e lo dirige dove desidera. La gola e l'indifferenza al digiuno rafforza il corpo e ci fa cadere nel peccato, poiché la ragione e la voce della coscienza si indeboliscono. La nostra anima è ricoperta di una nuvola oscura di peccato, in alcuni più sottile e in alni più spessa.
Quando digiuniamo, questa nuvola si disperde e l'anima è illuminata da Dio, così come la terra è illuminata dai raggi del sole quando le nubi se ne vanno e il ciclo si schiarisce. Il digiuno e la temperanza sono le virtù sulle quali sono costruite le altre virtù. Colui che non digiuna ostacola il progresso della propria anima. Il digiuno assieme alla preghiera ha il potere di purificare l'anima dalle passioni e dai vizi. San Basilio il Grande scrive a riguardo "Il pentimento senza il digiuno è debole." Vale a dire, chi si pente dei suoi peccati ma non digiuna, non ha successo nell'opera e nei flutti del pentimento.

Avarizia - amore del piacere - vanagloria: i tre giganti delle passioni - San Teodoro di Edessa
Le tre grandi passioni.
Le tre pesanti catene con cui il diavolo lega gli uomini e li tiene prigionieri. Ogni peccato che noi compiamo è di frequente un piccolo ramo che viene dal tronco di uno di questi rie grandi alberi. Gli uomini rubano, perché amano il denaro, mentono per ottenerne di più, giurano il falso per essere pagati. Questi sono i figli particolari dell'AVARIZIA. Per invidia essi accusano i propri fratelli e li odiano, spendono denaro in abbondanza per fare impressione a cene e ricevimenti, comprano vestiti e gioielli costosi per fare impressione. Amano l'ostentazione. E la cosa più deplorevole di tutte è che molti, a causa di questa vanità, si privano del denaro necessario per il proprio nutrimento. Si negano il pane per sparpagliare tutto al vento della vanità. Questi sono alcuni figli della VANAGLORIA. Gli amori illeciti, gli adulteri e la fornicazione e ogni sorta di immoralità sono i figli dell’ AMORE DEL PIACERE. Aggiungete a questi l'avidità, la gola, il fumo persistente, l'ubriachezza, la pigrizia.
Ogni cristiano che si sforza di essere salvato si mette in guardia contro questi tre giganti delle passioni: l'amore del piacere, l'avarizia e la vanagloria. Fai attenzione, uomo: l'azione che compi è forse un ramo di queste tre passioni?
Le tre grandi virtù monastiche mettono completamente a morte questi tre giganti. La povertà mortifica l'avarizia, l'obbedienza mortifica la vanagloria e la temperanza e la castità conquistano l'amore del piacere. Ecco perché il vero monaco è un uomo libero che cammina davvero verso il Regno di Dio. Non citiamo qui alcuna testimonianza patristica, perché quanto abbiamo detto è un breve riassunto di cose che sono state ripetute molte volte in rutti gli scritti patristici.

Il male non sconfigge il male - San Barsanufio il Grande
L'Apostolo Paolo scrisse ai cristiani di Roma: "Non siate sconfitti dal male, ma sconfiggete il male con il bene. Quanto sopportarono i martiri cristiani di Roma in quei duri anni da parte degli idolatri miscredenti! Flagellazioni, varie torture per far negare loro la fede cristiana, e infine la morte. Il grande Apostolo li consigliava nella sua lettera su come dovessero comportarsi nei confronti dei loro persecutori. Dalla propria esperienza, i Santi Padri della Chiesa sapevano quanto potere nasconde l'amore, e come l'attacco del male viene infranto dall'arma dell'amore. "Il male non può in alcun modo sconfiggere il male," scrive Abba Pimen, "ma se qualcuno ti maltratta, tu trattalo bene, così da poter distruggere con la tua bontà la sua malvagità." E San Barsanufio il Grande, una volta che gli fu richiesto, rispose: "Il male non sconfigge il male."
Non farti sopraffare dal male altrui, uomo. Colui che ti maltratta dovrebbe essere ripagato con gentilezza. Non permettere all'ira di sopraffarti e di farti seguire la vendetta. Il comportamento cristiano non conosce il significato della vendetta. Dovresti avere grande pazienza nelle tentazioni. Eleva le tue mani e il tuo cuore a Dio e prega per i tuoi nemici. Prega Dio di illuminarli, affinché ritornino alla conoscenza di Dio. Qualcuno ha saccheggiato la tua proprietà? Non correre a saccheggiare lui e i suoi averi o a perseguitarlo, ma prega per lui con amore. Ti ha colpito? Ricorda come il Signore ci ha comandato di offrire la guancia sinistra, quando ci colpiscono sulla destra. Il male si neutralizza con la dolcezza. Se desideri sconfiggere il male degli altri con il tuo stesso male, sappi che lo nutrirai e lo rafforzerai ancora di più. Se, tuttavia, fai del bene e scusi colui che ti ha offeso, egli, quando lo saprà, si vergognerà del suo comportamento malvagio, e pentendosi chiederà perdono. Grande è il potere dell'amore. L'amore è la grande caratteristica di Dio.

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