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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Le apparizioni Mariane dal punto di vista storico, teologico, canonistico

Premessa breve
E’ indubbio che l’argomento apparizioni è tornato di attualità, anche se non è mai passato del tutto di moda, almeno a livello di cultura popolare. Diciamo piuttosto che ha acquistato una maggiore cittadinanza mediatica, nel senso che, mediaticamente parlando, le apparizioni, insieme agli angeli, ai demoni, allo spiritismo e a tutto ciò che riguarda l’invisibile in generale, fanno notizia e, quindi, ascolti. Non che non fosse così anche prima, soprattutto negli anni ’60-’80 del Novecento in Europa; solo che si era convinti, a-prioristicamente, che la religione fosse qualcosa di non adatto alla TV e, quindi, da relegare in margine, magari con contorno di ironia e battute, a ciò che veramente interessava al popolo, il quale sembrava deliziarsi, e di fatto si deliziava, con cose molto più mondane, quali successo, moda, spettacolo, amori, ecc...
Le apparizioni hanno riacquistato visibilità mediatica e, in questo modo, sono state sdoganate, sono diventate, in qualche maniera, legittime anche agli occhi di certa cultura laica di moda, supportata per altro da certa scienza, e conseguente scientismo, per la quale i fenomeni soprannaturali non esistono e tantomeno i miracoli.
Il “ritorno” delle apparizioni però dice anche del “ritorno”, sulla scena sociale, della cultura popolare come luogo di conoscenza, sia pure considerata di livello inferiore alla cultura scientifica, spesso in reazione e in antitesi ad essa. Credo sia questa la novità sostanziale del révival apparizionista!

1. Le apparizioni nella storia
Sembrerà strano, ma il fenomeno delle apparizioni è una costante nella storia della Chiesa. Non solo, ma esse hanno sempre “costretto” la Chiesa ad esercitare il ministero del discernimento, per indirizzare sicuramente i suoi fedeli al divino, al soprannaturale, al trascendente e allontanarli invece dal male, dalla tenebra, dalla cattiveria.
Già lo storico Sozomeno (+dopo 450 d.C.) testimonia chiaramente, nel V° secolo, il fenomeno delle apparizioni nella Chiesa antica con parole valide ancora oggi: [Sozomeno sta parlando della chiesa di Anastasìa in Costantinopoli al tempo del vescovo (S.) Gregorio di Nazianzo (379-381)]
“Successivamente questa si distinse..., ma anche per i continui benefici derivanti dalle visibili apparizioni... Si crede che (la potenza divina che appare) sia la santa Vergine Maria Madre di Dio. Si dice infatti che essa sia solita fare delle apparizioni”
(Sozomeno, Storia ecclesiastica, in De Fiores S., Maria Madre di Gesù, 138-139; anche in Toniolo E. e altri, Testi Mariani del Primo Millennio, I, 522)*.

Anche se si riferisce alla sola città di Costantinopoli, il passo è estendibile a tutta la Chiesa e non deve trarre in inganno il si crede, il si dice. Come storico Sozomeno non ha altre prove, almeno così sembra, che la testimonianza della gente, cioè il sensus fidelium, però egli riporta il fatto delle apparizioni come vero, reale e, anche se preceduto dal si crede, egli afferma la presenza del divino attraverso la presenza di Maria, e non in maniera sporadica, ma piuttosto frequente (sia solita).
E non è detto che egli, come persona, non ci creda; solo che come storico, quindi avvezzo a una mentalità scientifica, deve pronunciare un giudizio di prudenza. Ma che si tratti di Dio e della Vergine Maria è chiaro e inequivocabile nel suo scritto. Di fatto, è anche il giudizio della Chiesa attuale!

Allo storico Sozomeno per i primi secoli del Cristianesimo si affiancano altre due testimonianze, di due Padri della Chiesa (PP.), Gregorio Taumaturgo (215-270 ca.) e Severiano di Gabala (+ dopo il 408 d.C.). L’apparizione della Vergine al giovane vescovo di Cesarea è raccontata un secolo dopo da Gregorio di Nissa (335-395 ca.) e gode del primato di essere la prima apparizione della storia testimoniata da fonti scritte, mentre il secondo ci racconta una serie di apparizioni mariane nel corso del IV secolo.

Le testimonianze di Sozomeno, Gregorio Taumaturgo e Severiano di Gabala ci dicono che anche nei primi secoli della Chiesa, così come oggi, le apparizioni esprimono la certezza che Maria, glorificata, è presente attivamente tra i fedeli di Gesù, così come fu durante la vita pubblica del suo Figlio e a Pentecoste con la Chiesa nascente. Le apparizioni rimandano dunque non alla Maria terrena, ma a quella gloriosa. E non può essere diversamente, perché, se si trattasse solo di una memoria storica della donna Maria, non ci sarebbe alcun fenomeno soprannaturale e il rito del ricordare non sarebbe accompagnato dalla supplica e dalla venerazione. Il Sub tuum praesidium (III secolo d. C.) esprime bene la certezza della Chiesa che la Maria terrena ora è glorificata e, come tale, può e deve essere invocata.

L’esegesi moderna dei Vangeli ci ha abituati all’affermazione che di Maria si parla poco nel Vangelo. Il che è anche vero, se ci riferiamo a una moderna biografia storico-critica; ma non lo è, se ci riferiamo a una donna del popolo di 2000 anni fa. Di Maria, infatti, si dice molto di più dei milioni di altre donne sue contemporanee, delle quali non sappiamo assolutamente nulla, neppure dove siano state sepolte, se pure lo sono state!

Di Maria si dice che:
1. è la madre di un profeta di nome Gesù, Figlio di Dio;
2. è autrice di una poesia (il Magnificat);
3. interviene due o tre volte nella vita del figlio (tempio, Cana, Cafarnao);
4. è presente alla sua morte e il profeta morente la consegna al discepolo prediletto: per la mentalità dell’epoca questo affido è importante, perché significa che Maria, come donna sola non deve tornare alla casa paterna, per essere protetta e guidata, ma le viene data una nuova famiglia, la comunità dei discepoli di suo Figlio. Ancora una volta ella deve assumere un ruolo diverso rispetto alla prospettiva immediata che le si apre davanti: è destinata a essere una madre normale e invece deve assumere la maternità del Figlio di Dio; deve tornare alla casa paterna perché lo sposo e il Figlio sono morti e invece deve assumere una nuova famiglia, quella dei credenti. Ecco, annunciazione e sotto la croce sono correlati, si richiamano, sono analoghi;
5. è tra i discepoli di Gesù a Pentecoste, cioè al battesimo della Chiesa. Cosa volete di più? E’ tantissimo per una donna normale, oggi diremmo della classe media, del suo tempo. Cioè, le indicazioni del Vangelo ci dicono di una sua non estraneità alla vicenda di Gesù, anzi! E tuttavia questa sua presenza nella vita del Figlio non è descritta nei minimi particolari.
In questo senso, e solo in questo, è corretto il pensiero dell’esegesi moderna!
Perciò, se non fu estranea alla vicenda terrena di Gesù, ora che è glorificata, e con Gesù condivide la vita eterna, non può non essere presente in mezzo ai discepoli di Gesù, ancora pellegrini sulla terra. Come? Anche con le apparizioni. Anche se esse non sono il solo mezzo.
Quindi, nulla di nuovo sotto il sole! Almeno per il fenomeno in sé.

Nulla di nuovo neanche per le modalità con cui le apparizioni sono accolte dalle persone, che vanno dalla vana creduloneria allo scetticismo più ostinato, passando per tutta una serie di altre posizioni e gradazioni intermedie.
Allora, perché questa “nuova” bagarre intorno alle apparizioni, se non sono un fenomeno nuovo? Perché è cambiato il contesto, cioè ora siamo nella fase della riammissione della religione, e dei suoi fenomeni, nella agorà, la pubblica piazza, mentre nell’ultimo scorcio del secolo scorso ne era stata esclusa, quasi eliminata.
Ciò però non significa che tutti stanno ritornando alla religione e alla fede, tutt'altro!, dato che si sta diffondendo sempre di più uno stile di vita a-religioso, che, di fatto, prescinde, o vuole prescindere, dalla religione, ma solo che ciò che prima era rigettato ora viene riammesso.

Certo, anche la a-religiosità è un controsenso, perché essa può definirsi solo in rapporto a ciò che esiste: non posso agire o scegliere in opposizione a quello che non c’è. Se mi ci oppongo, significa che esiste! Perciò, nonostante gli atei, gli a-religiosi, gli indifferenti e quant’altri, Dio c’è, eccome! Così pure il legame tra Lui e gli esseri umani, la religione appunto!
Sono indifferente, ma a chi? Così, astrattamente. Non può essere! Sono indifferente a qualcosa o qualcuno che c’è, che esiste e, dunque, in qualche modo lo riconosco.
Tutto questo per dire che, se c’è il soprannaturale, allora va da sé che esistono anche le sue manifestazioni, di cui le apparizioni sono un elemento, e neanche il principale, in quanto il Dio cristiano predilige la parola e i gesti comunitari, come l’Eucaristia. Non dobbiamo dimenticare che il Dio che si rivela parlando è fondamentale nella Bibbia e che Gesù è la Parola di Dio. Anche nel Corano a volte è detto che Gesù è Parola di Dio, ma lì si capisce che è solo un’affermazione, e basta!
Con ciò ho risposto alla domanda se esistano le apparizioni: sì, esistono e sono sempre esistite!!

Sono sempre manifestazione del divino? Stabilire questo è compito della Chiesa, in quanto esercita la sua funzione di discernimento tra ciò che è utile alla fede e ciò che invece le reca danno. Sono ancora in vigore le regole di Benedetto XIV° (1740-1758). Se hanno sempre accompagnato la storia della Chiesa, hanno anche avuto sempre la stessa alta frequenza in ogni epoca? E poi, quando parliamo di apparizioni, ci riferiamo sempre e solo a quelle di Maria? E quelle extra-bibliche di Gesù?, o più in generale quelle degli angeli e dei santi? Per bibliche intendo le apparizioni del Cristo Risorto ai suoi discepoli a partire dalla domenica di Pasqua e fino al giorno della sua Ascensione al cielo, le uniche da credersi da parte della Chiesa come autentiche apparizioni divine; mentre per extra-bibliche tutte le apparizioni di Gesù nella storia della Chiesa, soprattutto nel Medioevo. E’ risaputo che nel Medioevo erano frequenti le apparizioni di Gesù e dei santi. Come si vede, il campo è molto vasto, per cui bisogna sempre specificare a cosa intendiamo riferirci. Così pure per la frequenza delle apparizioni in genere non è facile dire una parola esatta. Quante siano poi quelle mariane ci ha provato a dirlo R. Laurentin [e Sbalchiero P.] con il suo recentissimo, 2007, Dictionnaire des “apparitions” de la Vierge Marie, Fayard, Paris, per un totale di 1362 pp. [1426 con gli Indici vari]*. E siccome il sottotitolo recita (tradotto) Inventario dalle origini [del Cristianesimo] ai nostri giorni..., dico subito che è incompleto, perché, ad es., manca l’apparizione del mio paese, Castello di Godego, nel 1420 con tanto di santuario, festa annuale, 2 luglio, ecc... Interessante, tra l’altro, perché il legno della croce lasciata dalla Vergine è il legno di un albero estinto, non più esistente!; poi Magallon, ... Chi sa quante altre sono sfuggite allo stesso modo!

Comunque, incompletezza a parte, prima di lui altri, come Martinez A., De apparitionibus..., 1970; Giovetti P., Le apparizioni della Vergine Maria, 1996*; Herzenberger G.-Nedomansky O., Tutte le apparizioni della Madonna in 2000 anni di storia, 19984 e ID., Dizionario cronologico delle apparizioni della Madonna, 20047 *; Gamba M., Apparizioni mariane nel corso di due millenni, 1999*, hanno cercato di censire il fenomeno apparizionistico attraverso calcoli, computi e altro.
Dall’insieme delle ricerche, dunque, in 2000 anni di Cristianesimo sono state 1019 le apparizioni mariane, delle quali ben 288 solo nel XX secolo (Gamba).

Secondo il Billet dal 1900 al 1990 ci sarebbero state 295 apparizioni, comprese le lacrimazioni. Per Laurentin 41 apparizioni dal 1973 al 1988, mentre nel sessantennio 1928-1988 si contano 273 casi di apparizione.
In sintesi: il Dictionnaire des “apparitions” recensisce 2400 apparizioni ca., che hanno fonti scritte, nei 2000 anni di storia della Chiesa. Ma, come il Besutti*, ritiene che solo 14 sono riconosciute dalla Chiesa! Mentre la Pami, nel suo sito ufficiale, ne recensisce, ovvero ne ha in elenco 16. L’elenco del Perrella* differisce da quello della Pami, che sembra riflettere le opinioni della S. Sede.

Come si vede le cifre discordano tra di loro e si va dallo 0 (zero) di chi non ci crede nel modo più assoluto, e sono gli iconoclasti, a chi ci crede anche troppo, e sono, all’opposto, i mariolatri, come l’indagine spagnola, pubblicata dai giornali nel 1980, che parlava di 22.000 apparizioni addirittura! Il Dictionnaire des “apparitions” del Laurentin mi sembra il più equilibrato.
In ogni caso, il primo a occuparsi di numeri delle apparizioni mariane fu il Sausseret , che, nel 1854, pubblicò Apparitions et révélations de la Trés Sainte Vierge depuis l’origine du christianisme jusq’a nos jours, 2 tomi, 320 manifestazioni mariane*. L’opera fu poi tradotta in tedesco e pubblicata a Regensburg nel 1878.

Dopo di lui altri 11 hanno continuato con questo tipo di indagine fino al Laurentin, preceduto dall’italiano Gamba, che, nel 1999, ha pubblicato Apparizioni mariane..., recensendo 1016 apparizioni. Dunque, anche la quantità di apparizioni mariane ha la sua scuola e la sua disciplina, che il Laurentin chiama Statistiche, e che noi potremmo definire come Elenco completo delle apparizioni mariane nei 2000 anni di storia della Chiesa. Anche da questo si può dedurre l’interesse per l’argomento apparizioni.

Tuttavia, sembra plausibile poter affermare che: 1. nel II° millennio cristiano le apparizioni mariane sono più frequenti rispetto al I° millennio; 2. nella seconda metà del II° millennio si verificano di più che non nella prima metà. Per cui le apparizioni mariane cominciano a diventare fenomeno di massa o pubbliche, come si dice, a partire dal XVI° secolo in poi, con un aumento progressivo fino ai giorni nostri; 3. all'interno della seconda metà del II° millennio, il fenomeno esplode letteralmente negli ultimi due secoli, il XIX° e il XX°, che, insieme, detengono un primato assoluto! Ne consegue che i secoli meno credenti, e più scientismi e più libertari, sono anche i più apparizionisti.

Dal punto di vista evangelico ciò è perfettamente logico e rimanda al guai di Gesù per la generazione incredula, che chiede continuamente segni, prodigi e miracoli. Dal punto di vista puramente umano dobbiamo dire che, essendosi fatta la vita sempre più difficile, perché più complicata, la Madre di Dio soccorre i suoi figli, anche quando non ne vogliono sapere del Cielo. Per cui, paradossalmente, chi non vuole sentire parlare tanto di apparizioni dovrebbe farsi vero credente, e soprattutto essere obbediente ai comandamenti di Dio.
Riassumendo, strano, ma vero, i secoli XIX° e XX° sono definiti da quasi tutti gli studiosi l’ “era delle apparizioni mariane”!

2. La teologia delle apparizioni
Che senso ha che Maria, la Madre di Gesù, sia protagonista di un presenzialismo a volte tanto sfrenato? Non è sufficiente la Chiesa, con il Vangelo di Gesù, i Sacramenti e tutto l’apparato religioso di cui dispone? Perché questo continuo interventismo?

Rispondo a queste domande, dicendo innanzitutto che alcuni elementi teologici che soggiacciono alle mariofanìe sono, per così dire, sicuri. Vale a dire:
- non appare la Maria storica, ma la Maria glorificata, che vive cioè in paradiso, con la Trinità.
- le sue apparizioni sono legate alla sua Assunzione, in quanto non ha altro modo di rendersi presente accanto ai suoi figli che questo. Certo, in senso generale Ella è presente ora attraverso la mediazione divina, che costituisce il vero legame tra la trascendenza e l’uomo. E tuttavia Ella deve occuparsi dei suoi figli anche in maniera diretta (“...ecco tua madre”), personale.
- le sue apparizioni sono legate alla crisi: così pensa il teologo servita C. Boff nella sua ultima opera Mariologia sociale, 2007*, quando nel capitolo dedicato alle apparizioni, afferma: “Chi dice apparizioni dice crisi” (ivi, 576).
Le apparizioni sono figlie della crisi. Perché? Quando Maria appare, è per soccorrere soprattutto nelle situazioni difficili per il popolo di Dio.
- Maria appare perché è la Madre della Misericordia.

Dunque, un primo significato è che le apparizioni sono reattive, cioè reagiscono a situazioni particolarmente gravi per il popolo di Dio, offrendo aiuto, protezione, conforto, sicurezza. Ma Maria non interviene solo reattivamente, ma anche proattivamente, per fornire cioè risposte di senso, come si dice oggi, agendo come elemento critico ai mali del tempo.
In definitiva, si può affermare che le apparizioni esprimono l’opzione preferenziale per i poveri da parte di Dio e, quindi, di Maria. Intendendo con poveri non solo i poveri economicamente, ma anche tutti gli uomini, sempre bisognosi dell’amore di Dio e della sua attenzione. Insomma, l’uomo che solca i flutti del cosmo e della storia non è mai solo, perché Dio gli si fa concretamente vicino, anche con le apparizioni della Vergine, che si occupa dei fratelli del suo Figlio Gesù, ricordando loro in ogni epoca di fare “ciò che Egli vi dirà”. Perché solo in ciò consiste la vera vita, il vero significato, la vera esaltazione e la vera affermazione di ogni uomo: fare ciò che Egli [Gesù] ci dice. E solo in ciò esiste la salvezza dal peccato e dalla morte.

Da ultimo, la Vergine gloriosa che appare ci ricorda che il nostro destino non è terreno, ma celeste; non umano, ma divino. La nostra esistenza da Dio viene e a Dio conduce.

Non bisogna però dimenticare che:
1. Maria è il solo personaggio, [invero insieme a Gesù o, meglio, alla Trinità], che è presente fisicamente in tutte e tre le età della Storia della Salvezza, cioè A.T., vita terrena di Gesù e il tempo della Chiesa;
2. nella primitiva comunità cristiana di Gerusalemme Maria è presente come cofondatrice della Chiesa, in quanto testimone, veramente unica, dell’evento dell’Incarnazione del Figlio di Dio. E ciò era necessario, perché, se no, la nascita di Cristo sarebbe stata avvolta nella leggenda e nel mito. Non solo, ma la Pentecoste, evento scaturito dall’azione dello Spirito Santo, vede la presenza della Madre di Dio, che qui assume anche il ruolo di Madre egli uomini. La Pentecoste come l’Incarnazione, anzi la nuova Incarnazione, quella della Chiesa!!.
Dunque, la presenza di Maria alle origini della Chiesa è una presenza reale, anche se discreta, e non solo simbolica e/o teologica. E’ la presenza significativa della Madre storica, che si fa discepola (spesso la parentela del fondatore di una nuova religione diventa sua discepola [ad es., Maometto e sua moglie Kadiggia]; ma che è anche testimone, innanzitutto dell’Incarnazione del Figlio di Dio e, in secondo luogo, pure della sua Resurrezione dai morti.

3. Le apparizioni nel Codice di Diritto Canonico (C.D.C.)
Non ci sono molte cose da dire in proposito: basta quello che dice Laurentin nel suo Dictionnaire..., 19.
C’è da precisare che nel C.D.C. [C.I.C.], promulgato nel 1917, il can. 1399, § 5, proibisce le pubblicazioni sulle apparizioni non riconosciute e il can. 3218 commina la scomunica a coloro che non ottemperano alla proibizione. I due canoni vengono aboliti il 14/10/1996 (AAS, [1966], 1186).
E il nuovo C.D.C.? Parla solo del santuario, definendo che cos’è. Semplicemente non parla più delle apparizioni! Commenta, giustamente, Laurentin: “In una parola, le apparizioni non sono più proibite, ma non sono più argomento di diritto canonico!”. Dunque, per la Chiesa non sono neppure regolamentabili attraverso la legge generale della Chiesa.

Perché questo modo di comportarsi della Chiesa? Per i seguenti motivi:
1. Innanzitutto: “Beati coloro che, senza avere visto, crederanno” (Gv. 20, 29). Queste sono le parole di Gesù Risorto, che esprimono una beatitudine in tutto uguale alle 9 beatitudini classiche (Mt. 5, 3-12), e la Chiesa non può far finta che non siano state dette o, peggio, che non abbiano nessun valore!
2. Anche quando la Chiesa riconosce un’apparizione, non si rende garante della verità dei fatti (Pio X°, Lettera Enciclica Pascendi dominici gregis, 1907)*.
3. Riconoscendo un’apparizione, la Chiesa propone, non impone, il suo discernimento. Il riconoscere un’apparizione non attiva un dogma e non impegna il Magistero della Chiesa o la sua autorità.
4. Nessun cristiano è obbligato in coscienza a credere a un’apparizione. Potremmo dire che le apparizioni non obbligano di per sé stesse e il non crederci non è peccato!
5. Come classificare allora questo fenomeno, se non è un locus theologicus, se non è nemmeno un locus juridicum, se non impegna l’autorità della Chiesa e, in fondo, non impegna neppure la fede dei credenti?

Ecco, mi pare che molti studiosi, tra cui anche Laurentin, che pure è un fautore convinto delle apparizioni, concordino nel definirlo un carisma, ma un carisma profetico. Cioè un “atto efficiente [che costruisce, che ha delle conseguenze] dello Spirito Santo per l’edificazione della Chiesa” (Laurentin, Dictionnaire..., 20). Pertanto, si può affermare che, nell’oggi della Chiesa, la questione delle apparizioni viene trattata solo a livello amministrativo, quindi non riconoscendo loro un valore teologico! Non tutti però sono d’accordo, per cui sembrerebbe, secondo gli esperti, che siamo alla vigilia di un cambiamento di prassi. Sembra, cioè, che la competenza sulle apparizioni, fin’ora di spettanza del vescovo diocesano (locale), stia per passare alla Congregazione per la dottrina della fede, perché tanti vescovi sono ritenuti troppo esposti alle pressioni dei fedeli e troppo accondiscendenti all’eccitazione religiosa che il fenomeno comporta e trascina con sé e, quindi, disposti a vedere, sempre e ovunque, realtà soprannaturali.

4. Medjugorje
Sull’argomento rimando a Laurentin R., Dictionnaire..., Medjugorje, 1195-1224, in particolare 1219-1223: La Note de Mgr. Henri Brincard. Questa Nota, redatta, o risalente a, nel 1999 in seguito a 7 domande postegli dalla Conferenza episcopale francese, dal Vescovo di Puy – en – Velay su come comportarsi davanti ai fatti di Medjugorje, si conclude così: “Non vedo come posso andare a Medjugorje senza avvallare, con la mia andata, fatti il cui discernimento e la cui approvazione spettano ormai alla Conferenza episcopale della Bosnia-Erzegovina...”.
D’altra parte, però, mons. Brincard neppure biasima i più di cento vescovi che già vi si sono recati (al 1999!).

Una valutazione generale di Medjugorje
Moltissime sono le valutazioni che sono state fatte su Medjugorje, ma io ne propongo una che mi ha particolarmente colpito, quella di C. Boff in Mariologia sociale, pp. 618-620; 621-622, Medjugorje apparizioni per tempi post-moderni e L’appello di Medjugorje alla pace.

Partendo da un dato incontestabile, perché sotto gli occhi di tutti, che il nostro tempo è tempo di transizione, dalla civiltà contadina a quella urbana, dalle campagne alla città, anzi alla megalopoli ormai, che si dilata sempre più ed è sempre più ingovernabile, perciò è tempo di crisi, crisi che investe ogni aspetto dell’esistenza umana, c’è da dire che l’attuale è anche una crisi di mancanza, anzi di smarrimento del senso della vita, che induce, come effetti, l’abbandono esistenziale, il disorientamento etico (Benedetto XVI: la deriva morale), la mancanza di una guida nel cammino della vita. “Allora, quanto più nichilismo, tanto più apparizioni” (618).

“La Vergine in questi tempi post-moderni non combatte tanto il Drago... del materialismo ateo, quanto il Drago più surrettizio dello scetticismo e del relativismo, dell’edonismo e del consumismo...” (618). “Il messaggio... è espresso nello stile light, tanto in voga nei giorni correnti... Medjugorje è una Fatima addolcita e gentile... La Signora della Pace è una madre post-moderna: affettuosa, indulgente... non si stanca di ripetere i suoi consigli a figli disorientati e carenti d’affetto.

Al malessere attuale, che è il “male di vivere”, ... risponde attraverso... il “miracolo psicologico”. Più che le ferite del corpo, Ella guarisce le ferite dell’anima: tristezza, depressione, scetticismo; insomma, disincanto...
Sono consigli affini alla mentalità post-moderna... Il destinatario... di Medjugorje non è più la popolazione rurale, ma quella urbana... Essa raggiunge... soprattutto i privi di relazione, di motivazione e di senso” (619). “Medjugorje è un’apparizione dell’era informatica, in cui tutto è aperto a tutti... Medjugorje si globalizza per mezzo di una densa rete mediatica...” (619).

Infine, “pace e conversione: ecco il binomio che riassume il messaggio centrale e permanente di questa apparizione. La Vergine comanda di amare tutti: mussulmani, ortodossi, marxisti e anche coloro che non credono alle sue apparizioni. Ella arriva a dire che, anche fuori dell’ovile di Cristo e dentro la propria religione, molti possono salvarsi, a condizione, tuttavia, di obbedire alla propria coscienza” (621-622).

Che altro può dire la Madre a un mondo religiosamente pluralista, se non ripetere il comandamento del suo Figlio: “Amatevi l’un l’altro come io ho amato voi”? Oppure: Pace, pace, pace!, che è poi il nome di Gesù Cristo, nostra pace e nostra gioia! O ripetere con la Chiesa del Vaticano II che al di fuori dell’ovile di Cristo c’è salvezza, purché si viva secondo coscienza e rettitudine. Cioè, che altro può fare, se non esprimersi con le categorie ecclesiologiche della Chiesa attuale, vale a dire essere in sintonia con il pensiero della Chiesa del nostro tempo, che raduna i discepoli del Figlio suo e Figlio di Dio?

Proprio una bella valutazione, che condivido e faccio tranquillamente mia e affido anche alla vostra considerazione. E così sia!!

5. Bibliografia minima
* il volume è consultabile nella Biblioteca della P.F.T.MARIANUM, Sezione mariana.
Oltre a quelli indicati nel testo, segnalo altri due titoli a completamento delle indicazioni bibliografiche sull’argomento:
- Besutti G., Facciamo il punto sulle apparizioni mariane, Torino 1988.
- De Fiores S., Le «Vie» della conoscenza di Maria: panoramica generale, in Google,apparizioni mariane in Severiano di Gabala, www.culturamariana.com
In cartaceo si trova in Come conoscere Maria, (a cura di E. Toniolo), Centro di Cultura mariana “Madre della Chiesa”, Roma 1984.
- Perrella S., Le apparizioni mariane. Dono per la fede, sfida per la ragione, San Paolo, Cinisello Balsamo (MI) 2007.

Prof. Padre Tiziano Civiero, dell'Ordine dei Servi di Maria, (OSM)
San Vito Romano, S. Maria in Arce, 20/VII/2008

Fonte: digilander.libero.it/storiadellachiesaarm

Autore: Prof. Padre Tiziano Civiero, dell'Ordine dei Servi di Maria, (OSM).
Nato il 18.10.1951 a Castello di Godego (TV), vive a Roma (P.F.T. MARIANUM), dove è associato di Storia della Chiesa al MARIANUM e incaricato di Teologia presso la Facoltà di Medicina "A.Gemelli" e la Facoltà di Economia dell'Università Cattolica di Milano, sede di Roma.
Laureato in Storia della Chiesa alla P.U. Gregoriana di Roma (1992), con una tesi sul tardo Medioevo, di cui è specialista (La SS. Annunciata di Rovato. Un convento dell'Osservanza [1449-1500], pubblicata dalla P.U.G.), e diplomato in Archivistica, Paleografia e Diplomatica all'Archivio di Stato di Milano (1980), è socio ordinario dell'Associazione dei Professori di Storia della Chiesa in Italia, alle cui iniziative scientifiche collabora. La sua attività di ricerca e di insegnamento spazia anche nel campo delle religioni non cristiane e delle culture extraeuropee, nell'area di storia dell'Ordine dei Servi di Maria (per la quale ha pubblicato diversi saggi, tra cui una storia generale dell'Ordine [in due edizioni successive]), oltre che nell'ambito del rapporto fede-cultura (1 saggio in Il fenomeno religioso oggi..., Urbaniana University Press, Città del Vaticano 2002).

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