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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Santa Teresina di Lisieux: Storia di un'anima - Parte X

STORIA DI UN’ANIMA: S. Teresina di Lisieux (S. Teresina del Bambin Gesù)

Manoscritto "b". Indirizzato a Suor Maria del Sacro Cuore (la sorella Maria).
Teresa era entrata in ritiro personale, per 10 giorni, la sera del 7 settembre 1896. Nei giorni precedenti la sorella Maria, Suor Maria del Sacro Cuore, che era la sua madrina di Battesimo, le aveva chiesto di scrivere per lei la “sua piccola dottrina”. Teresa lo fece dal giorno seguente, e il testo è quello che costituisce la seconda parte di questo scritto. Nei giorni successivi al ritiro, Suor Maria del Sacro Cuore le rinnova la richiesta, facendola appoggiare dalla priora Suor Maria di Gonzaga, allora Teresa le comunica il testo, ma lo fa precedere da questa introduzione diretta a lei, mentre il testo preparato in ritiro, come si può leggere, è indirizzato a Gesù stesso. Quindi, oggi noi pubblichiamo prima il testo indirizzato alla sorella, che in realtà fu scritto dopo, per accompagnare l’esposizione della sua dottrina, che era già scritta durante il ritiro.
(Gesù +)
(settembre 1896)
J.M.J.T.
O mia amata Sorella! tu mi chiedi di darti un ricordo del mio ritiro, ritiro che forse sarà l’ultimo... Poiché Nostra Madre lo permette, è una gioia per me venire ad intrattenermi con te che sei due volte mia Sorella, con te che mi hai prestato la tua voce, promettendo in mio nome che io non volevo servire che Gesù, nell'ora in cui non mi era possibile parlare...
Cara piccola Madrina, è la bambina che tu hai offerta al Signore che ti parla questa sera, è lei che ti ama come una figlia sa amare sua Madre... Soltanto in Cielo tu conoscerai tutta la riconoscenza che trabocca dal mio cuore... O mia cara Sorella! Tu vorresti sentire i segreti che Gesù confida alla tua figlietta, quei segreti Lui te li confida, lo so, perché sei tu che mi hai insegnato ad accogliere gli insegnamenti Divini, tuttavia proverò a balbettare qualche parola, benché io senta che è impossibile alla parola umana ridire cose che il cuore umano può appena scandagliare...
Non credere che io navighi nelle consolazioni, oh no! la mia consolazione è di non averne sulla terra. Senza farsi vedere, senza far sentire la sua voce, Gesù mi istruisce in segreto, non attraverso libri, perché non capisco quello che leggo, ma talora una parola come questa che ho colto alla fine dell'orazione (dopo essere restata nel silenzio e nell'aridità) viene a consolarmi:
“Ecco il maestro che io ti do, egli ti insegnerà tutto quello che devi fare. Io ti voglio far leggere nel libro della vita, dove è contenuta la scienza d’amore”.
La scienza d'Amore, ah sì! questa parola risuona dolcemente all'orecchio dell'anima mia, io non desidero che quella scienza li. Per essa, avendo dato tutte le mie ricchezze, io stimo come la sposa dei sacri cantici di non aver dato niente...
Io comprendo così bene che non c'è che l'amore che possa renderci graditi al Buon Dio che questo amore è il solo bene che io ambisco. Gesù si compiace a mostrarmi runico cammino che conduce a questa fornace Divina, questo cammino è l'abbandono del figlio piccolo che si addormenta senza paura nelle braccia di suo Padre.... “Se qualcuno è piccolissimo, che venga a me” ha detto lo Spirito Santo per bocca di Salomone e questo stesso Spirito d'Amore ha detto anche che “La misericordia è accordata ai piccoli” "in nome suo, il profeta Isaia ci rivela che nell'ultimo giorno “il Signore condurrà il suo gregge nei pascoli, egli raccoglierà gli agnellini e li stringerà sul suo seno” e come se tutte queste promesse non fossero sufficienti, lo stesso profeta il cui sguardo ispirato si immergeva già nelle profondità eterne, esclama a nome del Signore: “Come una madre accarezza suo figlio, così io vi consolerò, io vi porterò sul mio seno e vi accarezzerò sulle mie ginocchia”. O Madrina cara! dopo un simile linguaggio non resta che tacere, piangere di riconoscenza e d'amore... Ah! se tutte le anime deboli ed imperfette sentissero quello che sente la più piccola di tutte le anime, l'anima della tua piccola Teresa, neppure una sola dispererebbe di arrivare alla cima della montagna dell’amore, poiché Gesù non chiede grandi azioni, ma soltanto l'abbandono e la riconoscenza, poiché egli ha detto nel Sal. XLIX: “Io non ho alcun bisogno dei capri dei vostri greggi, perché tutti gli animali delle foreste e le migliaia di animali che pascolano sulle colline mi appartengono, io conosco tutti gli uccelli delle montagne... Se avessi fame, non è a voi che io lo direi: perché la terra e tutto quello che contiene mi appartiene. Forse io debbo mangiare la carne dei tori e bere il sangue dei capri?... Immolate a Dio sacrifici di lode e azioni di grazie”.
Ecco dunque tutto quello che Gesù pretende da noi, egli non ha alcun bisogno delle nostre opere, ma soltanto del nostro amore, perché questo stesso Dio che dichiara di non aver alcun bisogno di dirci se ha fame, non ha paura di mendicare un po' d'acqua dalla Samaritana. Egli aveva sete... Ma dicendo: “dammi da bere” era l'amore della sua povera creatura che il Creatore dell’universo chiedeva. Egli aveva fame d'amore... Ah! io lo sento più che mai Gesù è assetato, egli non incontra che ingrati ed indifferenti in mezzo ai discepoli del mondo e in mezzo ai suoi propri discepoli, egli trova, ahimè! pochi cuori che si offrono a lui senza riserve, che comprendono tutta la tenerezza del suo Amore infinito.
Sorella cara, quanto siamo felici di capire gli intimi segreti del nostro Sposo, ah! se tu volessi scrivere tutto quello che ne conosci, noi avremmo da leggere delle belle pagine, ma io lo so, tu preferisci conservare al fondo del tuo cuore “I segreti del Re”, a me dici “Che è onorevole rendere pubbliche le opere dell'Altissimo” Io trovo che tu hai ragione a conservare il silenzio e non è che con runico fine di farti piacere che scrivo queste righe, perché sento la mia impotenza a ridire con parole terrene i segreti del Cielo e poi, dopo aver tracciato pagine e pagine, troverei di non aver ancora cominciato... Ci sono tanti orizzonti diversi, tante sfumature che cambiano all'infinito, che solo il pennello del Pittore Celeste potrà, dopo la notte di questa vita, fornirmi. i colori capaci di dipingere le meraviglie che egli scopre agli occhi dell'anima mia.
Sorella mia Cara, tu mi hai chiesto di scriverti il mio sogno e la “mia piccola dottrina”, come tu la chiami... Io l'ho fatto nelle pagine seguenti ma così male che mi pare impossibile che tu capisca. Forse troverai le mie espressioni esagerate... Ah! perdonami, dipende dal mio stile poco gradevole, io ti assicuro che non c'è alcuna esagerazione nella mia piccola anima, che tutto vi è calmo e riposato...
(Scrivendo, io parlo a Gesù, la cosa mi è più facile per esprimere i miei pensieri... Ciò che, ohimè! non impedisce che essi siano espressi malissimo!)

J.M.J.T.
8 settembre 1896
(Alla mia cara Suor Maria del Sacro Cuore)

O Gesù, mio Amato! chi potrà dire con quale tenerezza, quale dolcezza, tu conduci la mia piccola anima! come ti piace di fare splendere il raggio della tua grazia persino in mezzo alla più cupa tempesta!... Gesù, la tempesta rumoreggiava fortissima nell'anima mia dopo la bella festa del tuo trionfo, la radiosa festa di Pasqua, quando un sabato del mese di maggio, pensando ai sogni misteriosi che talora sono accordati a certe anime, mi dicevo che doveva essere una dolcissima consolazione, tuttavia io non la chiedevo. La sera, guardando le nuvole che coprivano il suo cielo, la mia piccola anima si diceva ancora che i bei sogni non erano per lei, e si addormentava sotto la tempesta... l'indomani era il 10 maggio, seconda DOMENICA del mese di Maria, forse l'anniversario del giorno in cui la Santa Vergine si degnò di sorridere al suo piccolo fiore… Alle prime luci dell'aurora, io mi trovai (in sogno) in una specie di galleria, c'erano parecchie altre persone, ma lontane. Solo Nostra Madre era presso di me, di colpo senza aver visto come erano entrate, ho visto tre carmelitane vestite dei loro mantelli e dei grandi veli, mi sembrò che venissero per Nostra Madre, ma ciò che capii chiaramente, è che venivano dal Cielo. In fondo al mio cuore, io esclamai: Ah! come sarei felice di vedere il viso di una di quelle carmelitane! Allora come se la mia preghiera fosse stata sentita da lei, la più grande delle sante si avanzò verso di me; subito caddi in ginocchio. Oh! felicità! la Carmelitana tolse il suo velo o piut­tosto lo sollevò e me ne copri... senza alcuna esitazione, io riconobbi la venerabile Madre Anna di Gesù, la fondatrice del Carmelo in Francia. il suo viso era bello, di una bellezza immateriale, nessun raggio ne usciva e tuttavia malgrado il velo che ci avvolgeva tutte e due, io vedevo quel celeste viso illuminato di una luce ineffabilmente dolce, luce che esso non riceveva ma che emanava da se stesso...
Io non saprei ridire la gioia della mia anima, queste cose si sentono e non si possono esprimere... Parecchi mesi sono passati dopo questo dolce sogno, tuttavia il ricordo che lascia nell'anima mia non ha perduto nulla della sua freschezza, delle sue grazie Celesti... Io vedo ancora lo sguardo e il sorriso pieni d'amore della Ven.le Madre. Io credo ancora di sentire le carezze di cui mi ha colmata...
Vedendomi così teneramente amata, osai pronuncia­re queste parole: “O Madre mia! ve ne supplico, ditemi se '1 Buon Dio mi lascerà tanto tempo sulla terra... Verrà a prendermi presto?... Sorridendo con tenerezza la santa mormorò: “Sì, presto, presto... Io ve lo prometto”.
“Madre mia, aggiunsi, ditemi anche se il Buon Dio non chiede qualcosa di più delle mie povere piccole azioni e dei miei desideri. È contento di me?”. il volto della Santa prese un'espressione incomparabilmente più tenera della prima volta che mi aveva parlato. il suo sguardo e le sue carezze erano la più dolce delle risposte. Tuttavia ella mi disse: “il Buon Dio non chiede niente altro da voi. Egli è contento, molto contento!...” Dopo avermi ancora accarezzata con più amore di quanto non l'abbia mai fatto con suo figlio la più tenera delle madri, io la vidi allontanarsi... il mio cuore era nella gioia, ma io mi ricordai delle mie sorelle, e volli chiedere qualche grazia per loro, ahimè!... mi svegliai!...
O Gesù, la tempesta allora non rumoreggiava, il cielo era calmo e sereno... io credevo, io sentivo che c'è un Cielo e che quel Cielo è popolato di anime che mi vogliono bene, che mi guardano come una loro figlia... Quell'impressione resta nel mio cuore, tanto più che la Ven.le Madre Anna di Gesù mi era stata fino allora as­solutamente indifferente, io non l'avevo mai invocata e il suo pensiero non mi veniva in mente che quando sentivo parlare di lei, cosa che era rara. Così quando ho capito a quale punto lei mi amava, quanto poco le ero indifferente, il mio cuore si è fuso d'amore e di riconoscenza, non solo per la Santa che mi aveva visitato, ma an­che per tutti i Beati abitanti del Cielo...
O mio Amato! questa grazia non era che il preludio di grazie più grandi di cui tu volevi colmarmi; lasciami, mio unico Amore, ricordartele oggi... oggi, sesto anniversario della nostra unione…. Ah! perdonami, Gesù, se io sragiono volendo ridire i miei desideri, le mie spe­ranze che toccano l'infinito, perdonami e guarisci l'ani­ma mia donandole quello che spera!!!...
Essere tua sposa, o Gesù, essere carmelitana, essere grazie alla mia unione con te la madre delle anime, questo dovrebbe bastarmi... non è così... Senza dubbio, questi tre privilegi sono si la mia vocazione, Carmelitana, Sposa e Madre, tuttavia io sento in me altre vocazioni, io mi sento la vocazione di guerriero, di prete, di apostolo, di dottore, di martire; finalmente, io sento il bisogno, il desiderio di compiere per te Gesù, tutte le opere più eroiche... Io sento nell'anima mia il coraggio di un Crociato, di uno Zuavo Pontificio, io vorrei morire su un campo di battaglia per la difesa della Chiesa...
Io sento in me la vocazione di prete; con quale amore, o Gesù, ti porterei nelle mie mani quando, alla mia voce, tu discenderesti dal Cielo... Con quale amore ti darei alle anime!... Ma ahimè! Pur desiderando di essere Prete, ammiro e invidio l'umiltà di S. Francesco d'Assisi e mi sento la vocazione di imitarlo rifiutando la sublime dignità del Sacerdozio.
O Gesù, mio amore, mia vita... come mettere insieme questi contrasti? Come realizzare i desideri della mia povera piccola anima?...
Ah! malgrado la mia piccolezza, io vorrei illuminare le anime come i Profeti, i Dottori, io ho la vocazione di essere Apostola... io vorrei percorrere la terra, predicare il tuo nome e piantare sul suolo infedele la tua Croce gloriosa, ma, o mio Amato, una sola missione non mi basterebbe, io vorrei nello stesso tempo annunciare il Vangelo nelle cinque parti del mondo e fino alle isole più sperdute... Io vorrei essere missionaria non soltanto per qualche anno, ma vorrei esserlo stata dalla creazione del mondo ed esserlo fino alla consumazione dei secoli... Ma io vorrei soprattutto, o mio Amato Salvatore, io vorrei versare il mio sangue per te fino all'ultima goccia...
Il Martirio, ecco il sogno della mia giovinezza, questo sogno è cresciuto con me sotto i chiostri del Carmelo... Ma anche qui, sento che il mio sogno è una follia, perché non saprei accontentarmi di desiderare un solo genere di martirio... Per soddisfarmi, mi sarebbero necessari tutti... Come te, mio Sposo Adorato, vorrei essere flagellata e crocifissa... Vorrei morire scorticata come S. Bartolomeo... Come S. Giovanni, io vorrei essere immersa nell'olio bollente, io vorrei subire tutti i supplizi inflitti ai martiri..; Con S. Agnese e S. Cecilia, io vorrei presentare i1 mio collo alla spada e come Giovanna d'Arco, mia sorella amata, vorrei sul rogo sussurrare il tuo nome, O GESÙ... Pensando ai tormenti che saranno riservati ai cristiani al tempo dell'Anticristo, io sento il mio cuore trasalire e vorrei che quei tormenti mi fossero riservati... Gesù, Gesù, se volessi scrivere tutti i miei desideri, mi dovrei impadronire del tuo libro della vita, là sono riportate le azioni di tutti i Santi e quelle azioni, io vorrei averle compiute per te...
O mio Gesù! a tutte le mie follie che risponderai?... C'è un'anima più piccola, più impotente della mia!... Tuttavia proprio a causa della mia debolezza, tu ti sei compiaciuto, Signore, di esaudire i miei piccoli desideri di bambina, e tu vuoi oggi, esaudire altri desideri più grandi dell'universo...
Durante l'orazione poiché i miei desideri mi facevano soffrire un vero martirio, aprii le epistole di S. Paolo per cercare qualche risposta. I cap. XII e XIII della prima lettera ai Corinzi mi caddero sotto gli occhi... Io vi lessi, nel primo, che tutti non possono essere apostoli, profeti, dottori, ecc... che la Chiesa è composta di differenti membra e che l'occhio non potrebbe essere nello stesso tempo la mano … La risposta era chiara ma non esaudiva i miei desideri, non mi dava la pace... Come Maddalena abbassandosi sempre vicino al sepolcro vuoto fini per trovare quello che cercava, così, abbassandomi fino nelle profondità del mio niente io mi innalzai così in alto che potei raggiungere il mio scopo...
Senza scoraggiarmi io continuai la mia lettura e questa frase mi dette sollievo: “Cercate con ardore i doni più perfetti, ma io vi mostrerò una via ancora più eccellente”. E l'Apostolo spiega come tutti i doni più perfetti sono nulla senza l'amore... Che la Carità è la via eccellente che conduce sicuramente a Dio.

Finalmente avevo trovato il riposo... Considerando il corpo mistico della Chiesa, io non mi ero riconosciuta in nessuna delle membra descritte da S. Paolo, o piuttosto volevo riconoscermi in tutte... La Carità mi diede la chiave della mia vocazione. Io compresi che se la Chiesa aveva un corpo, composto di differenti membra, il più necessario, il più nobile di tutte non le mancava, io compresi che la Chiesa aveva un Cuore, e che questo Cuore era bruciante d'AMORE.
Io compresi che l'Amore solo faceva agire le membra della Chiesa, che se l'Amore si fosse spento, gli Apostoli non avrebbero più annunciato il Vangelo, i Martiri avrebbero rifiutato di versare il loro sangue... Io compresi che l'AMORE RACCHIUDEVA IN SÉ TUTTE LE VOCAZIONI, CHE L'AMORE ERA TUTTO, CHE ESSO ABBRACCIAVA TUTTI I TEMPI E TUTTI I LUOGHI.. IN UNA PAROLA, CHE ESSO È ETERNO!...
Allora, nell'eccesso della mia gioia delirante, io ho esclamato: O Gesù, mio Amore... la mia vocazione, finalmente l'ho trovata, LA MIA VOCAZIONE, È L'AMORE!...
Sì io ho trovato il mio posto nella Chiesa e questo posto, o mio Dio, sei tu che me l'hai dato... nel Cuore della Chiesa, mia Madre, io sarò l'Amore... così io sarò tutto, così il mio sogno sarà realizzato!!!...

Perché parlare di una gioia delirante? no, questa espressione non è giusta, è piuttosto la pace calma e serena del navigatore che vede il faro che deve condurlo al porto... O Faro luminoso dell'amore, io so come arrivare fino a te, ho trovato il segreto di appropriarmi della tua fiamma.
Io non sono che una bambina, impotente e debole, tuttavia è la mia debolezza stessa che mi dà l'audacia di offrirmi come Vittima al tuo Amore, o Gesù! In passato le ostie pure e senza macchia erano le sole gradite dal Dio Forte e Potente. Per soddisfare la Giustizia Divina, servivano delle vittime perfette, ma alla legge del timore si è sostituita la legge d'Amore, e l'Amore mi ha scelta come olocausto, me, debole e imperfetta creatura... Questa scelta non è forse degna dell'Amore?... Si, perché l'Amore sia pienamente soddisfatto, bisogna che Egli si abbassi, che egli si abbassi fino al niente e che trasformi in fuoco questo niente...
O Gesù, io lo so, l’amore non si paga che con l’amore, e così io ho cercato, io ho trovato il mezzo di consolare il mio cuore rendendoti Amore per Amore. “impiegate le ricchezze che rendono ingiusti a farvi degli amici che vi ricevano nei tabernacoli eterni”. Ecco, Signore, il consiglio che tu dai ai tuoi discepoli dopo aver loro detto che “I figli di tenebre sono più abili nei loro affari dei figli di luce”. Figlia di luce, io ho capito che i miei desideri di essere tutto, di abbracciare tutte le vocazioni, erano delle ricchezze che potevano davvero rendermi ingiusta, allora me ne sono servita per farmi degli amici... Ricordandomi della preghiera di Eliseo al suo Padre Elia, quando egli osò chiedergli il suo doppio spirito, io mi sono presentata davanti agli Angeli ed ai Santi, e ho detto loro: “Io sono la più piccola delle creature, io conosco la mia miseria e la mia debolezza, ma io so anche quanto i cuori nobili e generosi amano fare del bene, io vi supplico dunque, o Beati abitanti del Cielo, io vi supplico di adottarmi per figlia, solo vostra sarà la gloria che voi mi farete acquistare ma degnatevi di esaudire la mia preghiera, essa è temeraria, lo so, tuttavia oso chiedervi di ottenermi: il vostro doppio amore”.
Gesù, io non posso approfondire la mia domanda, io temo di trovarmi schiacciata sotto il peso dei miei desi­deri audaci... La mia scusante, è che sono una bambina, i bambini non riflettono alla portata delle loro parole, tuttavia i loro genitori, quando sono messi sul tro­no, loro che possiedono immensi tesori, non esitano ad accontentare i desideri dei piccoli esseri che essi amano tanto quanto se stessi; per far loro piacere, essi fanno follie, vanno fino alla debolezza... Ebbene! io sono la Figlia della Chiesa, e la Chiesa è Regina poiché è tua Sposa, o Divino Re dei Re... Non sono le ricchezze e la Gloria, (neppure la Gloria del Cielo) che chiede il cuore del piccolo figlio... La gloria, egli capisce che appartiene di diritto ai suoi Fratelli, gli Angeli e i Santi... La gloria tutta sua sarà il riflesso di quella che si irradierà dalla fronte di sua Madre. Ciò che egli domanda è l'Amore... Egli non sa più che una cosa, amarti, o Gesù... Le opere clamorose gli sono interdette, egli non può predicare il Vangelo, versare il suo sangue... ma che importa, i suoi fratelli lavorano al suo posto, e lui, piccolo figlio, si tiene vicinissimo al trono del Re e della Regina, egli ama per i suoi fratelli che combattono... Ma come testimonierà il suo Amore, poiché l'Amore si prova con le opere? Ebbene, il piccolo figlio getterà fiori, profumerà con i suoi profumi il trono regale, canterà con la sua voce argentina il cantico dell'Amore... Si mio Amato, ecco come si consumerà la mia vita...
Io non ho altri mezzo di provarti il mio amore, che gettare fiori, cioè non lasciarmi sfuggire alcun piccolo sacrificio, alcuno sguardo, alcuna parola, approfittare di tutte le più piccole cose e farle per amore... Io voglio soffrire per amore e persino gioire per amore, così getterò fiori davanti al tuo trono; io non ne incontrerò neppure uno senza sfogliarlo per te... poi gettando i miei fiori, io canterò, (si potrebbe piangere facendo una cosa così gioiosa?) io canterò, persino quando mi toccherà cogliere i miei fiori in mezzo alle spine e il mio canto sarà tanto più melodioso quanto le spine saranno lunghe e pungenti.
Gesù, a che ti serviranno i miei fiori e i miei canti?... Ah! io lo so bene, questa pioggia profumata, questi petali fragili e senza alcun valore, questi canti d'amore del più piccolo dei cori ti incanteranno, sì, questi nulla ti faranno piacere, essi faranno sorridere la Chiesa Trionfante, essa raccoglierà i miei fiori sfogliati per amore e facendoli passare attraverso i tuoi Divini Meriti, o Gesù, questa Chiesa del Cielo, volendo giocare con il suo piccolo figlio, getterà, anch'essa, questi fiori avendo essi assunto grazie al tuo tocco divino un valore infinito, lei li getterà sulla Chiesa sofferente per spegnere le fiamme, lei li getterà sulla Chiesa combattente per farle riportare la vittoria!...
O mio Gesù! io ti amo, io amo la Chiesa mia Madre, io mi ricordo che: “il più piccolo movimento di puro amore le è più utile di tutte le altre opere messe insieme” ma il puro amore è davvero nel mio cuore?... I miei immensi desideri non sono essi un sogno, una follia?... Ah! se è così, Gesù, illuminami, tu lo sai, io cerco la verità... se i miei desideri sono temerari, falli sparire perché questi desideri sono per me il più grande dei martiri... Tuttavia io lo sento, o Gesù, dopo aver aspirato verso le regioni più alte dell'Amore, se bisogna che io non le raggiunga un giorno, io avrò gustato più dolcezza nel mio martirio, nella mia follia, di quanta non ne gusterei in seno alle gioie della patria, a meno che grazie ad un miracolo tu non mi tolga il ricordo delle mie speranze terrestri. Allora lasciami gioire durante il mio esilio delle delizie dell'amore... Lasciami assaporare le dolci amarezze del mio martirio...
Gesù, Gesù, se è così delizioso il desiderio di Amarti, che è dunque il possedere, il gioire dell'Amore?...
Come può un'anima così imperfetta come la mia aspirare a possedere la pienezza dell'Amore?... O Gesù! mio primo, mio solo Amico, tu che io amo unicamente, dim­mi che cosa è questo mistero?... Perché non riservi queste immense aspirazioni alle grandi anime, alle Aquile che planano nelle altezze?... Io mi considero come un debole uccellino coperto solamente di una leggera peluria; io non sono un'aquila, ne ho soltanto gli occhi e il cuore perché malgrado la mia piccolezza estrema io oso fissare il Sole Divino, il Sole dell'Amore e il mio cuore sente in sé tutte le aspirazioni dell'Aquila... L'uccellino vorrebbe volare verso quel Sole luminoso che affascina i suoi occhi, vorrebbe imitare le Aquile suoi fratelli che vede innalzarsi fino al focolare Divino della Trinità Santa... ahimè! tutto ciò che egli può fare, è di alzare le sue piccole ali, ma volare, ciò non è nella sua piccola capacità! Che gli succederà! morire di dolore vedendosi così impotente?... Oh no! l'uccellino non si addolorerà neppure. Con un audace abbandono, egli vuole restare a fissare il suo Divino Sole; nulla saprebbe scoraggiarlo, nè il vento nè la pioggia, e se oscure nuvole vengono a nascondere l'Astro d'Amore, l'uccellino non cambia posto, lui sa che al di là delle nuvole il suo Sole brilla sempre, che il suo fulgore non potrebbe eclissarsi un solo istante.
Talora è vero, il cuore dell’uccellino si trova assalito dalla tempesta, gli sembra di non credere che esista altra cosa che le nuvole che lo circondano; è allora il momento della gioia perfetta per il povero esserino debole. Che felicità per lui restare là lo stesso, fissare l'invisibile luce che si sottrae alla sua fede in Gesù, fino ad oggi, io capisco il tuo amore per l’uccellino, perché egli non si allontana da te... ma io lo so e anche tu lo sai, spesso, l'imperfetta creaturina pur restando al suo posto (cioè sotto i raggi del Sole), si lascia un po' distrarre dalla sua unica occupazione, prende un piccolo granello a destra e a manca, corre dietro un vermiciattolo... poi incontrando una piccola pozza d'acqua si bagna le piu­me appena spuntate, vede un fiore che le piace, allora il suo piccolo spirito si occupa di quel fiore... finalmente non potendo volare come le aquile, il povero uccellino si occupa anche delle bagattelle della terra. Tuttavia dopo tutte le sue malefatte, invece di andarsi a nascondere in un angolo per piangere la sua miseria e morire di pentimento, l'uccellino si volge verso il suo Amato Sole, offre ai suoi raggi benefici le sue alucce bagnate, geme come la rondine e nel suo dolce canto confida, racconta in dettaglio le sue infedeltà, pensando nel suo temerario abbandono di acquistare così maggior dominio, di attirare più pienamente l'amore di Colui che non è venuto a chiamare i giusti ma i peccatori…. Se l'Astro Adorato resta sordo ai cinguettii lamentosi della sua piccola creatura, se resta velato... ebbene! la piccola crea­tura resta bagnata, accetta di essere trapassata dal freddo e si rallegra anche di questa sofferenza che tuttavia ha meritato... O Gesù! quanto il tuo uccellino è felice di essere debole e piccolo, cosa diverrebbe se fosse grande?... Mai avrebbe l'audacia di comparire alla tua presenza, di sonnecchiare davanti a te... Sì, anche quella è una debolezza dell'uccellino quando vuole fissare il Divino Sole e le nuvole gli impediscono di vedere un solo raggio, suo malgrado i suoi occhietti si chiudono, la sua testolina si nasconde sotto l'aluccia e il povero esserino si addormenta, credendo sempre di fissare il suo Astro Amato. Al suo risveglio, egli non si desola, il suo piccolo cuore resta in pace, ricomincia il suo ufficio d'amore, invoca gli Angeli e i Santi che si innalzano come Aquile verso la Fornace divorante, oggetto del suo desiderio e le Aquile prendendo pietà del loro fratellino, lo proteggono, lo difendono e mettono in fuga gli avvoltoi che vorrebbero divorarlo. Gli avvoltoi, immagine dei demoni, l'uccellino non li teme, non è destinato a diventare la loro preda, ma quella dell'Aquila che egli vede al centro del Sole d'Amore. O Verbo Divino, sei tu l'Aquila adorata che io amo e che mi attrai! sei tu che lanciandoti verso la terra d'esilio hai voluto soffrire e morire per attrarre le anime fino al seno dell'Eterno Focolare della Trinità Beata, sei tu che risalendo verso l’inaccessibile Luce che sarà ormai il tuo soggiorno, se il tu che resti ancora nella valle delle lacrime, nascosto sotto l'apparenza di una bianca ostia... Aquila Eterna, tu vuoi nutrirmi della tua divina sostanza, me, povero piccolo essere, che rientrerei nel nulla se il tuo divino sguardo non mi desse la vita ad ogni istante... O Gesù! lasciami nell’eccesso della mia riconoscenza, lasciami dirti che il tuo amore arriva fino alla follia... Come vuoi davanti a questa Follia, che il mio cuore non si slanci verso di te? Come la mia confidenza avrebbe dei confini Ah! per te, io lo so, i Santi hanno fatto anche delle follie, essi hanno fatto grandi cose poiché erano aquile...
Gesù, io sono troppo piccola per fare grandi cose... e la mia follia tutta mia, è sperare che il tuo amore mi accetti come vittima... La mia follia consiste nel supplicare le Aquile miei fratelli, di ottenermi il favore di volare verso il Sole dell’Amore con le ali stesse dell'Aquila Divina.
Per tutto il tempo che tu lo vorrai, o mio Amato, il tuo uccellino resterà senza forze e senza ali, sempre resterà con gli occhi fissi su di te, egli vuole essere affascinato dal tuo sguardo divino, vuole diventare la preda del tuo Amore... Un giorno, io ne ho la speranza, Aquila Adorata, tu verrai a cercare il tuo uccellino, e risalendo con lui al Focolare dell'Amore, tu lo immergerai per l'eternità nell'Abisso bruciante di questo Amore cui egli si è offerto come vittima ...
O Gesù! perché non posso dire a tutte le piccole anime quanto la tua condiscendenza è ineffabile... io sento che se per caso impossibile tu trovassi un'anima più debole, più piccola della mia, tu ti compiaceresti a colmarla di favori più grandi ancora, se essa si abbandonasse con una totale confidenza alla tua misericordia infinita. Ma perché desiderare di comunicare i tuoi segreti d'amore, o Gesù, non sei forse tu solo che me li hai insegnati e non puoi tu rivelarli ad altri?... Silo so e ti scongiuro di farlo, io ti supplico di abbassare il tuo sguardo divino su un grande numero di piccole anime... Io ti supplico di scegliere una legione di piccole vittime degne del tuo amore!...

La piccolissima Sr. Teresa del Bambino Gesù e del Volto Santo
Carm. sc. ind.

(Continua...)