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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

14 dicembre: Vangelo di Giovanni (1,6-8.19-28) con meditazione di Mons. Angelo Sceppacerca

III/a Domenica di Avvento - Anno B
"In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete”
Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?».
Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo».
Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?».
«Non lo sono», disse.
«Sei tu il profeta?».
«No», rispose.
Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?».
Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?».
Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore
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Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa». Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo». Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

In Giovanni Battista è tutta la profezia che Dio ha regalato ai padri ebrei per l’intera l'umanità. Giovanni precede e fa vedere “la luce vera che illumina ogni uomo”. Il mondo non potrebbe mai riconoscerla senza la testimonianza del profeta.

Credere nel Figlio di Dio è grazia assoluta; la fede non è legata ad una causa, alla ragione o ad un’azione umana. E’ puro dono di Dio. In questo vangelo la funzione del Battista non è quella di prepararne l’arrivo, ma di dare testimonianza della presenza del Messia. Dopo di lui anche noi, oggi, siamo chiamati a testimoniarlo presente tra noi e nella storia dell'umanità.

Quando il Messia non è presente la testimonianza si dà attraverso grandi segni e figure, come fu con Mosè ed Elia. Più si avvicina il tempo del Messia, e soprattutto quando Egli è presente, più la testimonianza deve farsi piccola per non coprire la presenza del Figlio di Dio tra noi. La testimonianza deve essere una negazione di sé e un segnale che porta diritti a Gesù Cristo. Il “non essere” di Giovanni il Battista è la via larga che mostra la signoria di Gesù. Giovanni alla domanda rivoltagli – “Tu chi sei?” - risponde: “Io non sono il Cristo”. E porta gli interroganti al vertice di Isaia: “Io sono voce di uno”.

Il battesimo di Giovanni non può contenere il mistero del Battesimo di Gesù, che è tutt'altra cosa rispetto a questo battesimo nell'acqua. Tuttavia, proprio perché ne è solo un “piccolo” segno, è capace di indicare e comunicarne la realtà. E’ una vera testimonianza. Agostino definisce Giovanni “voce della Parola”.

Mons. Angelo Sceppacerca
Meditazione tratta da: diocesitrivento.it

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