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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Domenica 30 novembre 2014: Vangelo di Marco (13, 33-37) con meditazione del Card. Piovanelli

I/a Domenica di Avvento - Anno B
"Vegliate, perché non sapete quando è il momento”
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento.
È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare.
Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all'improvviso, non vi trovi addormentati.
Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”.



Parola del Signore
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Vegliate! Per quattro volte il richiamo risuona sulle labbra del Cristo. L’anno liturgico, dunque, inizia con la chiamata del Vangelo ad essere svegli e vigilanti: sempre, perché nessuno conosce il momento della venuta del Signore, il quale può arrivare in ogni momento della notte (alla sera, a mezzanotte, al canto del gallo, al mattino: sono i quattro turni di veglia che ritmavano, di tre ore in tre ore, la notte della sentinella).

Natale sta fermo e sicuro (25 dicembre!); non così la venuta del Signore nel nostro vivere e nel nostro morire, nel vivere e crescere della Chiesa. Abbiamo tutti responsabilità per i beni di Dio sulla terra, perché ad ognuno Dio ha dato il suo compito. Occorre diventare sempre più consapevoli che i beni che abbiamo non sono nostri, ma sono del Signore.

Il portiere ha da tener d’occhio l’arrivo del Signore e sollecitare gli operai al lavoro nella casa.
Nel portiere si può vedere la Chiesa e ogni cristiano. Tutti i cristiani sono chiamati al compito della vigilanza per sé e per gli altri: “Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!”.

Attesa, attenzione, veglia, vigilanza: sono le note dell’Avvento, che non è semplicemente il periodo di attesa del Natale, quanto il senso stesso della vita del cristiano. Il cristiano infatti è colui che attende Qualcuno. Non viene proclamato in ogni Messa che noi cristiani viviamo “nell'attesa che si compia la beata speranza e venga il Signore nostro Gesù Cristo”?

Il benessere, la distrazione, la banalità e la superficialità, la ricerca del piacere ad ogni costo, l’invidia e il contrasto nel rapporto con gli altri, intorpidiscono il cervello e il cuore. Come un sonnifero. O peggio, come una droga.
Il vegliare è realizzato dalla preghiera e dalla adesione alla volontà del Signore attraverso la sobrietà della vita, la decisa resistenza al male, la luminosità della fede, l’impegno instancabile della carità, la serena perseveranza della speranza.

Il nostro cristianesimo è spesso un cristianesimo scontato, abitudinario, ripetitivo, lamentoso, introverso.
Questo cristianesimo non interessa più nessuno. Soprattutto non piace al Signore.
Soltanto cristiani capaci di stupore, che si aprono a Dio e insieme agli uomini e alla loro storia, con una grande voglia di condividere gioie e dolori e insieme di contagiare tutti con la speranza che non delude, possono vincere la distrazione di tanti e far sollevare la testa verso quello squarcio di cielo che è stato aperto dall'incarnazione del Verbo.

Una delle opere letterarie emblematiche del nostro tempo è “Aspettando Godot” di S. Beckett. L’ultima battuta del testo è un “Andiamo!”, ma la notazione scenica aggiunge “Non si muovono”.

L’Avvento è aspettare colui che è venuto nella carne, verrà nella gloria e continuamente viene nella grazia con la sovrabbondanza del suo amore. Come ci afferma l’Apocalisse (1,8): Dice il Signore Dio: Io sono l’Alfa e l’Omèga, Colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente!
Ma tu Lo aspetti veramente solo se Gli vai incontro. Dunque, reciprocamente diciamoci: “Andiamo!”.

Card. Piovanelli
Meditazione tratta da: diocesitrivento.it

Messaggio e benedizione del Car. Piovanelli

Carissimo/a fratello/sorella,
stiamo avviandoci alla fine dell’anno liturgico e con la Domenica I di Avvento (30 novembre) comincerà il nuovo anno liturgico ciclo B, con la lettura del Vangelo di Marco.
Se la “lectio” settimanale ti ha aiutato a crescere nella tua risposta all’amore di Dio, ha fatto palpitare maggiormente la tua comunione ecclesiale, ti ha aperto di più il cuore a questa umanità che cammina nella storia, rendiamo insieme grazie al Signore. 
Se permetti, voglio raccomandarti di continuare: è troppo importante per la tua vita spirituale, per la gioiosa testimonianza evangelica da dare al mondo, per l’educazione alla vita buona della tua comunità. 
Sono profondamente convinto che quello che conta è leggere, rileggere e leggere ancora la Parola della Sacra Scrittura, per affidarla alla memoria del cuore. 
Adopera il commento, non semplicemente per imparare qualcosa di più sulla pagina sacra, ma per farla palpitare nel tuo profondo e permettere allo Spirito Santo di prendere la parola di Gesù e annunciarla alla tua vita, alla tua comunità, al mondo nel quale tu vivi, come ci ha detto Gesù stesso (Gv 16,13-14).

Dunque, buon cammino per il nuovo anno liturgico, esortandoci a vicenda e pregando gli uni per gli altri, affinché la gioia di Gesù sia in noi e la nostra gioia sia piena (Gv 15,11).
Nella bisaccia della tua vita metti il bene della Parola, metti il bene dell’Eucaristia. Prendi il bastone che simboleggia la presenza della comunità e l’appoggio dei fratelli e vai dove ti porta il cuore. Vai dove c’è bisogno di amare, servire, farti prossimo, condividere. Dove puoi rispondere a quell’amore di Gesù, che sempre ti precede e sollecita la tua speranza.
Con la più affettuosa benedizione del Signore e della Vergine Madre.

Card. Piovanelli

1 commento:

  1. Fratello in Cristo Gesù, vigilare è pregare incessantemente , scoprire i segni della Sua Presenza , vivere nella carità , invocare con amore e umiltà il nome Santo di Gesù , Gesù guarisce, Gesù consola ,Gesù ama .Lode e Gloria alla Santissima Trinità. Grazie

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