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Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Casa Santa Marta, residenza di Papa Francesco e la Cappella dedicata allo Spirito Santo, dove il Pontefice predica quasi ogni giorno

(a cura Redazione "Il sismografo")

(Luis Badilla) Non sembra esagerato sottolineare che dall'elezione di Papa Francesco, ai luoghi del Vaticano più noti nel mondo - Basilica, Piazza, Musei, Giardini ... - se n'è aggiunto uno nuovo, poco conosciuto fuori dall'Italia: la Casa Santa Marta e la sua Cappella, progetti degli architetti e degli ingegneri dei Servizi Tecnici del Governatorato con la supervisione e guida dell'architetto statunitense Louis D. Astorino.

- Domus Sanctae Marthae. I lavori della Casa Santa Marta sono terminati nel 1996 e il 31 maggio di quell'anno, Papa Giovanni Paolo II aprì ufficialmente il Convitto costruito anche per ospitare i partecipanti ai futuri Conclavi. "La Casa di Santa Marta viene ora a collocarsi decorosamente nel contesto architettonico dei palazzi che delimitano l’omonima piazza, su cui domina maestosa la cupola di Michelangelo", disse Papa Wojtyla il giorno dell'apertura e poi aggiunse: "Alla finalità che ho assegnato all’edificio nella Costituzione Apostolica Universi dominici gregis (cf. nn. 13, 42), si affianca quella dell’accoglienza, in spirito di carità e di cristiana amicizia, verso i Sacerdoti che prestano servizio in Segreteria di Stato e nei Dicasteri Romani, come pure verso i Vescovi in visitaad limina".

- L'eredità di Leone XIII. Papa Giovanni Paolo II volle anche ricordare un dato storico importante: "Non a caso il mio predecessore Leone XIII scelse il nome di Santa Marta per designare l’Istituzione che precedette la presente. (NdR.Pontificium Hospitium Sanctae Marthae, fondato il 10 marzo 1891) Egli volle indicare così nella evangelica casa di Betania, dove vivevano Lazzaro e le sorelle e dove Gesù con i discepoli si rifugiava spesso durante il soggiorno a Gerusalemme, un esempio di ospitalità a cui la Casa da lui eretta doveva ispirarsi. La fede e l’affetto di Maria, la generosità di Lazzaro, lo spirito di servizio di Marta costituiscono nel loro insieme un modello di dedizione verso gli ospiti veramente suggestivo". Infine, ricordando che la conduzione della Casa era stata affidata alla Comunità delle Suore della Carità di san Vincenzo de Paoli, Giovanni Paolo II rilevò: "Una finalità apostolica, quindi, quella della nuova istituzione, un’intenzione di fraternità e di carità, un impegno di testimonianza, a conforto delle comuni fatiche di tutti coloro che si dedicano al bene della Chiesa ed al servizio dell’evangelizzazione".
Chi, allora, avrebbe potuto lontanamente immaginare che questa Casa sarebbe diventata poi anche la "residenza" di un Pontefice, guida di coloro "che si dedicano al bene della Chiesa e al servizio dell’evangelizzazione"?

- La "casa" di Papa Francesco. Sulla residenza del Papa presso il convitto Santa Marta si è scritto molto e alcuni analisti e osservatori ritengono che questa scelta del Papa sia tra i fatti più innovatori del pontificato. La sua decisione di fissare la sua dimora in questo luogo ha già segnato uno stile pontificio inedito. C'è chi si è domandato: se il Santo Padre fosse rimasto a vivere nel Palazzo Apostolico sarebbe il Papa che abbiamo visto, conosciuto e ascoltato in questi quasi otto mesi? In merito si ricordano le parole del Papa nell'intervista rilasciata a p. Antonio Spadaro, direttore de "La Civiltà Cattolica": «L’appartamento pontificio nel Palazzo Apostolico non è lussuoso. È antico, fatto con buon gusto e grande, non lussuoso. Ma alla fine è come un imbuto al rovescio. È grande e spazioso, ma l’ingresso è davvero stretto. Si entra col contagocce, e io no, senza gente non posso vivere. Ho bisogno di vivere la mia vita insieme agli altri» 

- Cappella dello Spirito Santo. Dopo l'accresciuta notorietà della Casa Santa Marta, dal 22 marzo scorso, è cresciuta sempre di più anche quella della Cappella di Santa Marta, dove Papa Francesco celebra quasi tutti i giorni la Messa per piccoli gruppi e fa una breve omelia parlando a braccio. Prima lo faceva quasi tutti i giorni, tranne il mercoledì e la domenica. Ora, normalmente, celebra e predica solo 4 giorni alla settimana (lunedì, martedì, giovedì e venerdì). La Cappella, dedicata allo Spirito Santo, è meno conosciuta eppure è un ambiente molto interessante all'interno della Città del Vaticano. Questo fabbricato fu progettato nel 1993 dall'architetto statunitense di Pittsburgh (Pennsylvania) Louis Astorino, nato nel 1948, il primo di questa nazionalità a lasciare una sua impronta architettonica all'interno delle mura vaticane. Il principale sponsor di quest'iniziativa fu il cardinale venezuelano Rosalio Castillo Lara, allora Presidente della Pontificia Commissione per lo Stato della Città del Vaticano. Fu proprio Castillo Lara a convincere ad Astorino ad accettare l’incarico.

In un foglio del Governatorato si legge: "Astorino racconta in un'intervista la sfida a lui proposta: costruire una Cappella nello spazio triangolare fra la parete sud della nuova Domus e le cinquecentesche mura leonine". A prima vista "all'architetto sembrò impossibile costruire una chiesa" in un ambiente così piccolo e irregolare perché in pratica era una superficie triangolare limitata e di non facile accesso. Poco dopo però fu proprio la figura geometrica del triangolo, riferimento immediato alla Santissima Trinità, a dare ai progettisti, e soprattutto ad Astorino, tutte le ispirazioni necessarie per immaginare, disegnare e realizzare la Cappella. L’opera ultimata, come la vede chi oggi visita il luogo, in ogni parte, ambienti, decorazione, ornamento - dal pavimento al soffitto - è un trionfo della simbologia del triangolo.

“Il progetto - afferma Astorino - ha letteralmente inizio dalla forma triangolare del piano. Il pavimento è basato su una griglia di triangoli, che, a loro volta, diventano il motivo predominante di tutti gli sviluppi architettonici. Il segno geometrico del triangolo, così chiaro e diretto, non solo rafforza il riferimento alla Trinità, ma con la sua potenza e la sua semplicità, permette di correlare gli uni con gli altri tutti elementi della Cappella, distinti ma indissolubilmente collegati." Da segnalare infine un dettaglio invisibile ma significativo: L'asse centrale della Cappella si collega perfettamente con l'asse dell'altare papale nella Basilica di S. Pietro.

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