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Ciascuno di noi è un messaggio che Dio manda al mondo (P. G. Vannucci OSM)

Una passo del Vangelo per te

UN PASSO DEL VANGELO PER TE

Lui e io: diario spirituale di Gabrielle Bossis - Capitolo IV°

25 agosto 1937
In giardino:
«Dubiti che sia io? Fa’ come se fosse vero».
«Calunniata? Bisogna bene che tu sia come il tuo Sposo».

26 agosto 1937
Dopo la Comunione. Avevo dei dubbi...
«È perché sono Dio che non avrei il diritto di parlare alle mie creature?».

30 agosto 1937
Davo ospitalità a dei domestici:
«Come ti sentirai umiliata di servirli… Ma è me che tu servi».

31 agosto 1937
«Più darai luce, più ne conserverai...».


1 settembre 1937
«Senti questi piccoli cardellini sugli alberi? Parlano a bassa voce, senza interruzione. Mormorio di uccelli. Parla con me a bassa voce, senza interruzione. Mormorio di anime».
«Prendi il sangue che cola dalle spine e lavane il mondo.
Ascolta, e intenderai».
«Cosa ti resta da fare sulla terra, se non amare il tuo prossimo per Me?».
«Vai al di là di te stessa».
«Sii la più umile, la più semplice».

2 settembre 1937
«L’amore di ieri ti dà più amore per oggi, e l’amore di oggi ne prepara di più per domani».

3 settembre 1937
Io: “E tutti i miei difetti?”. Lui:
«Vieni ugualmente. Vieni sempre. Credi in Me. Credi nella forza del mio Cuore».

1° venerdì di settembre 1937
«Non parlare senza sorridere».

4 settembre 1937
«Mettiti davanti a me come una terra bisognosa di rugiada. Ma la rugiada non c’è tutti i giorni».
«Attendi il mio compiacimento.»
«È forse tanto difficile ciò che ti chiedo? Unire le tue azioni alle mie?».
«Semina conversioni in te stessa».

1938

«Dimmi “buon giorno” ad ogni risveglio, come se tu entrassi in cielo».
Mentre stavo per addormentarmi:
«Di’ il Pater. Lo hai già detto, ma ci sono tanti modi di dirlo!».
Dopo la Comunione:
«Lascia le tue piccole preoccupazioni. Entra nelle mie: la perdita delle anime».
Siccome ero poco contenta di me e imbarazzata davanti a Lui:
«Non sono forse più grande delle tue mancanze? Non sono più grande del tuo povero essere? Dammi tutto. Io riparo quando mi si chiede di riparare».

23 giugno 1938
Quasi con un accento di smarrimento:
«Non bisogna lasciarmi solo!...».
Lo ringraziavo di tutte le sue ostie sin dalla prima:
«Tu le hai sempre: un’ostia ricevuta è eternamente data. È questo il tesoro degli eletti».
«Io sono eternamente morente per la sete della vostra salvezza. Dissetami».
Durante la processione del Santissimo Sacramento, gli chiedevo tante cose:
«Mi permetti di scegliere io stesso la vita che ti ci vuole? Non vedi che te l’ho già fatta su misura?».
Contro le distrazioni dopo la Comunione:
«Perché io parli in casa tua, bisogna che tu ci sia...».

20 giugno 1938
«Non essere amabile per amore dell’amabilità. Sii amabile per farmi piacere».

27 settembre 1938
«Se tu sostituissi i tuoi pensieri preoccupati con pensieri di tenerezza verso di me, non credi che sarebbe più utile e che saresti più felice?».
«Con gli altri, puoi parlare pensando ad altro; con me, non lo devi fare!».
«Ma non avresti nessun merito ad amarmi, se tu mi vedessi...».
Dopo aver letto nelle rivelazioni di C. Emmerich che Lui era caduto sette volte sulla via del Calvario, gli dicevo: “Perché non ci hai detto tutto nel tuo Vangelo?”
«Non sarei stato amato di più...».
«I miei intimi sulla terra saranno i miei più intimi in cielo».
Nella Lozère. Al Grand Hotel, pensavo alle donne che rigovernavano:
«Non hai capito che qualsiasi azione può essere fatta per me? Io non vedo differenze nelle cose come le vedete voi. Io vedo differenze solo nell’amore».

Lione:
«Ogni minuto, tu puoi salvare migliaia di anime! Pensa. Chiedi. Ama».
«Ti raccomando il tuo momento presente, il tuo dovere di stato».

Marsiglia:
«Cancellati da te stessa nel tuo pensiero».

23 novembre 1938
Calvi, Corsica:
«Io sarò per te ciò che desidererai che io sia».

Bastia:
«Quando preghi, guardami in questa o quella sofferenza, in questo o quel luogo: darà più forza alla tua preghiera».

5 dicembre 1938
Al ritorno:
«Nessun delitto supera l’amore. L’amore è più grande delle vostre colpe».
Ajaccio. Sulla montagna di Solaria:
«Se tu avessi dato un segno particolare a un’amica, ti piacerebbe vederglielo tenere spesso? Io vi ho dato il segno della Croce, fallo spesso, come un segno d’amore e d’unione».
«Fino a quando manterrai queste distanze con me?».
«L’amore è totale assenza di separazione».

12 dicembre 1938
Sartène. Dei fanciulli dicevano svogliatamente il Rosario:
«Come me lo sfigurano, il mio Pater!».
Bastia. A messa; durante il Pater: “Signore, quando parlavi sulla croce soffrendo tanto, come mai quei minuti non hanno salvato tutti i peccatori della terra?”.
«Io ho aperto il cielo a tutti, ma ognuno è libero. Siete voi, fratelli miei, che dovete completare la salvezza degli uomini chiedendomela e soffrendo per loro».

1939

«Perché mi lasci? Io non ti lascio».
«Quando il sacerdote chiude la porticina del tabernacolo, chiedimi di essere rinchiusa nel mio Cuore. Approfitta di tutto per parlare con me, come se sulla terra ci fossimo solo io e te».
«Un atto di bontà è un passo verso la rassomiglianza».
In una stazione, di notte, io guardavo le case buie:
«Tutti dormono. Lascia che mi rifugi nel tuo cuore».

28 marzo 1939
«Tu che hai viaggiato, hai visto che la terra non è molto grande. Chiedimi la conversione di questi popoli. E quand’anche la terra fosse più vasta, la mia Misericordia ha forse dei limiti?».

Aprile 1939
Sfax. Pensavo: “Forse, non tornerò mai più qui”.
«Che importanza ha? Sono io che ti guido».

20 aprile 1939
«Guarda spesso al cielo. Ti aiuterà a desiderarlo».

Lione:
«Sei capace di salire questa strada senza guardare i passanti, per farmi piacere?».
Dopo la Comunione:
«Vedi come ti lasci distrarre quando lasci il momento presente? Ti raccomando nuovamente il momento presente. Immagina una vita in cui i “momenti presenti” fossero tutti vissuti per la gloria di Dio!».

A Le-Fresne:
«Onora, saluta gli angeli della tua terrazza. Essi sono qui perché tu li hai invitati».
E mi sono ricordata che prima di partire avevo detto agli angeli: “Venite a sedervi su queste panchine e lodate Dio per tanti meravigliosi orizzonti”.
«Onora gli angeli della tua casa. Ah! se credeste, vivreste più con gli Invisibili che con i visibili».
Durante la benedizione di un sacerdote:
«È lui che fa il segno. Sono io che ti benedico».

18 maggio 1939
Pensavo ai Quaranta Martiri distesi sul ghiaccio. Lui, come sorridendo:
«Ti stupisce che mi si ami?».

26 maggio 1939
Ore 5,30:
«Sin dal tuo risveglio, chiedimi delle anime. Richiedimi dei peccatori. Mi farai tanto piacere… non puoi immaginartelo. Io sono morto per loro. Sono morto senza essere stato malato, anzi pieno di vita. Sono morto a forza d’essere picchiato. Se non mi aiuti oggi, non potrò salvare questa o quell’anima, e tu sai se le amo! Salvale come se tu salvassi me...».
«Tutto ciò che dico ad un’anima, è per tutte le anime. Tutte, sono le mie preferite… Tutte. Una sola. Ah, se si sapesse del mio amore per ognuna di loro... Credi a quest’amore. Sfruttalo!».
 «Confidenza verso i santi e gli angeli. Quando si è piccoli, si sta nelle braccia di tutti. Ci si lascia coccolare ed è tutto naturale».

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